L’ufficio tecnico di Bisceglie ha ordinato la demolizione di diverse opere abusive eseguite su un immobile prospiciente la strada provinciale 86 Bisceglie-Ruvo. Ad accertare gli abusi gli agenti della Polizia Locale e personale tecnico dello Sportello Unico Edilizia.

Nello specifico l’ordinanza ha disposto la demolizione di: “un piano rialzato (piano terra di progetto), con sottostante piano seminterrato, pari a cm 50 rispetto al piano di campagna (livello di progetto), in difformità al progetto oggetto di concessione, sviluppando una volumetria in ampliamento di circa 132 mc. Demolizione del piano seminterrato (interrato di progetto) con l’aggiunta di due vani laterali delle dimensioni interne di mt. 1,90 x 6,00 e ampliamento dello scavo di sbancamento del terreno in corrispondenza della zona retrostante la costruzione per una larghezza di mt. 5,00 dal filo della facciata rispetto ai 2,00 mt. previsti in progetto” e poi ancora “la demolizione del manufatto prefabbricato adibito a ufficio/guardiania, delle dimensioni di mt. 3,55 x 4,25×2,28h con antistante tettoia, in corrispondenza del piazzale esterno prospiciente la Strada Provinciale n., 86 . In corrispondenza del piazzale si è rilevata anche la presenza di tre gazebo in ferro delle dimensioni di mt. 5,00 x 5,00” e infine è stata accertata anche “trasformazione del suolo agricolo con la realizzazione di due piazzali in massetto di cemento carrabile”.

L’area in questione è tipizzata proprio come terreno agricolo dal vigente Piano regolatore generale, inoltre il suolo in questione risulta “sottoposto a tutela paesaggistica dal vigente Pptr, tra gli ulteriori contesti paesaggistici Paesaggi Rurali”.

Già ad aprile dello scorso anno l’ufficio tecnico ordinò la cessazione dei lavori in corso, attualmente è presente una costruzione allo stato rustico. Il proprietario, un cittadino biscegliese di 67 anni, ha chiesto permesso di costruire in sanatoria e relativa “autorizzazione paesaggistica semplificata”. Il permesso è stato sempre negato dagli uffici comunali in quanto “incoerente sia per l’entità delle opere realizzate che per il vincolo insistente sull’area in questione”. Il diniego è stato motivato dai tecnici in questo modo: “la quota 0.00 di progetto presa in considerazione si riferisce alla quota “media” dell’intero lotto di intervento e non a quella del piano di campagna in corrispondenza della “sagoma” di ingombro del corpo di fabbrica realizzato e, pertanto, la costruzione realizzata si configura con un incremento volumetrico in contrasto con le Norme tecniche di attuazione del Piano regolatore vigente”, inoltre, “non viene rispettata la doppia conformità alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”.