arcorifiutiProbabilmente il Maestro Placido da Strada Tevere e Arco Molignani (o Molignano secondo alcune mappe) non è passato nel corso del suo peregrinare per le vie del borgo antico o prima o dopo la conferenza stampa di venerdì.

Probabilmente il Maestro Placido, da quelle strade, non passerà mai.

A pochi giorni dal primo ciak de “La scelta” nella città dei Dolmen, scoviamo (non c’è, in realtà, voluto tanto: è abbastanza palese, alle spalle della sede delle istituzioni cittadine e adiacente alla chiesa di san Domenico), attraversando una sorta di macabra mappa del degrado, una terra di nessuno, un luogo in cui non arriva la civiltà.

Potremmo dare addosso quanto vogliamo alle istituzioni locali per non aver vigilato, istruito o pulito abbastanza, ma a essere biasimata, in questo caso, è la mancanza di amor proprio dei residenti che, probabilmente poco propensi a rispettare quelle pochissime regole di civiltà culturale, prima ancora che ambientale, non sembrano avere né molto tempo né molta voglia di tenere puliti almeno gli angoli del proprio quartiere tantomeno di differenziare.

Se a ciò aggiungiamo che, a due passi dai sacchetti dei rifuti, gozzovigliano felini, certo mansueti, ma dall’aspetto non gattipropriamente salubre, possiamo senza dubbio affermare che, sì, è una terra di nessuno.

O, quantomeno, una terra in cui nessuno ha, ribadisco, voglia di mettere in pratica l’a-b-c del buon senso.

Tutto questo alle spalle di Palazzo san Domenico, sede dell’ente Comune.

E possiamo spendere tutte le energie che vogliamo in campagne di sensibilizzazione ambientale (nobilissime, per carità), ma se alla base non c’è il rispetto di sé stessi e, perlomeno, dei ‘propri’ territori (quelli che respiriamo e in cui viviamo ogni giorno), “niente dura, niente dura e questo lo sai, però non ti ci abitui mai” (pardon, caro rocker di Zocca!).