“Non entro nel merito e soprattutto non mi esprimo sul perché queste deleghe siano state assegnate e su quale sia loro utilità ma desidero esprimere un mio pensiero sulla base di norme chiare ed inequivocabili”. Così Gianni Casella, consigliere comunale d’opposizione, interviene sulle deleghe assegnate dal sindaco a sette consiglieri comunali di maggioranza, vale a dire Todisco, Di Pierro, Di Leo, Simone, Di Tullio, Caprioli e Consiglio (leggi qui).
“I consiglieri comunali”, aggiunge l’esponente della Democrazia Cristiana, “svolgono la propria attività istituzionale in qualità di componenti di un organo collegiale, il consiglio comunale, che è destinatario dei compiti individuati e prescritti dalle leggi. Pertanto poiché il consiglio svolge attività di indirizzo e controllo politico-amministrativo, partecipando alla verifica periodica degli indirizzi di programma da parte del sindaco e della giunta comunale(articolo 42, comma 3, del Tuel), ne scaturisce l’esigenza di evitare una incongrua commistione nell’ambito dell’attività di controllo”.
“Ciò significa, in buona sostanza, che il consigliere (controllore) e il sindaco e giunta (controllato) devono essere ben separati in un contesto definito democratico, altrimenti nel caso opposto ci sarebbe un evidente conflitto d’interessi tra controllore e controllato”, sottolinea Gianni casella. “Sembra quasi la trama di un film ma, di fatto, se si legge attentamente l’atto monocratico del Sindaco per l’assegnazione delle deleghe ai sette consiglieri comunali, un dubbio velato sorge. È pur vero che il comune nella sua autonomia statutaria può disciplinare tali deleghe, ma è anche vero che la legge secondo il criterio generale impedisce al consigliere comunale di adottare o formulare proposte programmatiche. Al massimo la delega può riguardare incarichi di studi e compiti di collaborazioni. Orbene nell’atto monocratico del sindaco, pubblicato sull’albo pretorio, è riportato che ‘l’incarico ai sensi dell’articolo 44 dello statuto comunale è conferito al consigliere in materia di: monitoraggio sui servizi assegnati nella prospettiva di una modulazione delle scelte politiche ai bisogni della città e di formulare proposte programmatiche ed operative nonché di monitorare gli effetti delle scelte assunte’. Bene credo che questo ultimo passaggio delinea un aspetto non perfettamente in linea con quanto previsto dal criterio generale per distinguere il controllore dal controllato”, conclude il consigliere di opposizione della Dc.