Il regista biscegliese Sergio Racanati presenterà oggi, sabato 11 novembre, all’Asia Film festival di Barcellona, rassegna internazionale dedicata interamente al mondo cinematografico, la sua nuova pellicola dal titolo “Lila”.

La nuova produzione dell’artista biscegliese, di 180 minuti circa e interamente girata nella Valle di Parvati sull’Himalaya in India, si avvale della colonna sonora di Kinki Von Berlinki ed è prodotta da Kyta, artistic residency of contemporary art di Kalga. Regista di professione, il biscegliese Sergio Racanati, 35 anni, vive e lavora in tutto il mondo. Ha preso parte a numerose rassegne internazionali svoltesi nei più grandi teatri e palcoscenici mondiali: Harvard University a cura di Marcus Owens, Z33 Contemporary Museum di Hasselt, Perfomance Space di Londra. Vincitore, inoltre, del premio per la sezione di Perfomance Art alla Biennale di New York nel 2013.

Il titolo della sua ultima opera è di matrice sanscrita, “Lila”, infatti, identifica nella lingua indiana un gioco, una distrazione, un passatempo. Nella tradizione induista, in aggiunta, il lemma “lila” va ad indicare la spontanea manifestazione dell’universo e il successivo dissolvimento dello stesso. La scelta del regista biscegliese di portare la realtà asiatica e la sua cultura sulla scena del film rispecchia la personale volontà dell’artista non solo di intraprendere un percorso fortemente originale ma anche di promozione, in questo caso dell’altro visto come potenziale modello di superamento delle problematiche socio-politiche. La decisione cinematografica intrapresa dall’autore biscegliese, inoltre, si inserisce nell’ottica di voler far entrare in contatto una cultura del lontano, come quella asiatica, con quella del vicino, quella occidentale. In società contemporanea, perturbata e scossa, non esistono più saldi piani di riferimento, ogni elemento può essere osservato adottando una pluralità di punti di vista e soluzioni che possono risiedere anche in quello che noi definiamo altro o diverso, seppur quest’ultime annullano le  nostre ferme costruzioni fisiche e metafisiche.