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Il ricordo degli amici di don Salvino: “Rivalutare la sua immagine. Era saggio e accogliente”

“È sempre stato al passo coi tempi che mutano giorno dopo giorno, anzi, spesso li ha anticipati. Era sempre al di sopra delle parti, ma dalla parte dell’accoglienza, della comprensione. In ognuna delle persone che ha incontrato in vita c’è un pezzo di don Salvino”, questo il ricordo di quanti hanno percorso tratti di strada assieme a don Salvatore Porcelli, per tutti Salvino scomparso l’8 settembre del 2021 all’età di

Silvestris: “Don Salvino era senza mezze misure. O tutto o niente. Mi mancheranno sorriso e schiettezza”

“Ero un piccolo chierichetto che serviva messa alla Madonna di Passavia, dove don Salvino celebrava la messa delle 11.Il 1 gennaio dell’80, nella sua omelia, indicó dei ‘consigli pratici’ per la giornata della Pace. Invitó a disertare la leva obbligatoria, a non pronunciare più la parola Patria e a credere nella patria degli ultimi. E chiese ai benestanti parrocchiani di ospitare in casa una famiglia di sfollati senza tetto, avendone

“Caso don Salvino”, Diocesi: “Nessun allontanamento forzato, scelta personale del parroco”

Lo scorso 5 dicembre Bisceglie24 si è occupato del “caso don Salvino“, vale a dire dell’allontanamento di circa un mese di don Salvatore Porcelli della chiesa di san Michele dei Cappuccini dalla comunità parrocchiale. Tale distacco dalla realtà socio-culturale ed ecclesiastica retta per venticinque anni dal parroco suscitò sgomento risaputa la bontà dell’operato di don Salvino. Abbiamo contattato l’ufficio diocesano comunicazioni sociali per conoscere le motivazioni di tale allontanamento e

Il “caso don Salvino”: sospeso, trasferito e poi rientrato senza poter officiare messa

Ha dell’insolito la vicenda legata a don Salvatore Porcelli, conosciuto dalla comunità biscegliese come don Salvino, che da oltre un mese non partecipa alle attività liturgiche e associazionistiche all’interno della chiesa di san Michele dei Cappuccini (la struttura è anche sede di diverse iniziative socio-culturali, medico-scientifiche, di solidarietà) con il disappunto della folta comunità che segue don Salvino anche da altre parrocchie e quartieri della città. Bocche cucite da parte dell’interessato, dei

Emanuela e Gianpiero, arrivano le prime buone notizie, ma che fine hanno fatto i soldi donati in beneficenza?

Arrivano, seppur molto lentamente e ancor non del tutto assodate, le prime buone notizie per i coniugi Pasquadibisceglie. Dapprima sfrattati e dunque costretti a dormire in macchina per cinque notti, poi accolti nella struttura Cappuccini onlus da don Salvatore Porcelli con un primo finanziamento pubblico (novecento euro per dieci notti) da parte dell’Amministrazione Comunale e poi privato (da parte di Alfonso Russo, assessore ai servizi sociali 2006-2011), Emanuela e Gianpiero

Il Natale di Emanuela e Gianpiero, un tetto sicuro fino a fine anno poi si ripiomba nell’incertezza

Dieci notti presso la struttura “Cappuccini onlus” diretta da don Salvatore Porcelli (don Salvino) finanziate dall’Amministrazione Comunale (impegno profuso soprattuto dal sindaco Francesco Spina e dall’assessore Vittoria Sasso), altre dieci dall’ex assessore ai servizi sociali Alfonso Russo e, fino a fine anno, altre notti possono essere trascorse serenamente sotto un tetto sicuro grazie alla generosità dello stesso don Salvino. Questo ci hanno raccontato Emanuela e Gianpiero Pasquadibisceglie, i coniugi che

Alfonso Russo: «Per Emanuela e Giampiero pronto a impegnarmi di tasca mia. Assurdo il silenzio dell’Assessore ai Servizi Sociali»

«L’Amministrazione si è sforzata… ha garantito per dieci giorni un tetto ai due coniugi, ma è una vergogna. Mi impegno a offrire pubblicamente un’altra settimana ai coniugi. Non avrei voluto pubblicizzare il mio nome ma lo faccio per spronare altra gente a compiere un atto di bontà rinunziando magari a qualche cena o regalo». Alfonso Russo, già assessore ai Servizi Sociali durante la prima Amministrazione Spina, affida al suo personale

Nuova povertà, Don Salvino: “Con la crisi i bisognosi sono triplicati” / VIDEO

“Con la crisi i bisogni sono triplicati, così come le persone che fanno riferimento a noi. Distribuiamo cibo a 150 persone al mese. Il servizio badanti ha dato grosse soddisfazioni, ma, in generale, la maggior parte della gente non vuole lavorare perché solitamente l’occupazione che transita dalle mie mani è molto faticosa. In molti vogliono recuperare facilmente soldi e alimenti. Quando in questi anni abbiamo provato l’inserimento nel mondo del