“La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani ha rinviato a giudizio presso il Giudice di Pace di Bisceglie Gianni Casella per il reato di cui all’art. 594 del codice penale (diffamazione)”. Comincia così un comunicato stampa dell’Udc Bat. “L’imputato Casella – si legge ancora nella nota – dovrà comparire il giorno 3 febbraio 2015 davanti al Giudice di Pace di Bisceglie perché durante un comizio elettorale della campagna elettorale del 2013 offendeva gravemente Francesco Spina con frasi il cui contenuto aveva un chiaro valore non di critica politica ma di attacco personale di valore diffamante. Francesco Spina quale persona offesa potrà costituirsi parte civile nel processo penale che si svolgerà il 3 febbraio contro Giovanni Casella”.

I fatti si riferiscono ad un comizio di Casella il 31 maggio 2013, in piena campagna elettorale per il ballottaggio, che poi sarebbe stato vinto da Francesco Spina. Quest’ultimo, il giorno dopo il comizio, depositò la querela per diffamazione. “Ieri sera dal palco del candidato Casella sono partiti insulti, calunnie, e gravi diffamazioni nei miei confronti, nei confronti della mia famiglia e dei miei amici”, si leggeva nel comunicato stampa che annunciava l’azione legale di Spina. “Si è superato ogni limite del vivere civile e della normale dialettica politica. Non so cos’altro possano più farmi i miei avversari. In questi anni mi è capitato di tutto: minacce di morte, proiettili, autovettura incendiata, ma in questa campagna elettorale l’escalation di violenza cominciata da quel violento atto politico delle firme notarili del 20 febbraio 2013 (che sancirono la caduta del sindaco Spina, ndr) sembra non avere più fine”.

La breve risposta, finora, Casella l’ha affidata ad un breve commento sul suo profilo Facebook: “Ci sarò… ma fino ad allora nessuno mi tapperà la bocca… tranquilli amici miei”. Considerazione che, ci ha tenuto a precisare Casella, è riferita esclusivamente al piano politico della vicenda: “Nessuno mi tapperà la bocca politicamente”.