Ha tenuto a precisare molti punti, molti aspetti della vicenda che l’ha vista protagonista negli ultimissimi giorni Samanta Dell’Orco, consigliera comunale eletta nelle fila del movimento di maggioranza “Cristiano-Democratici per Bisceglie”.

Un intervento in consiglio comunale appassionato (lunedì 29 settembre) in cui ha citato Zagrebelsky, don Tonino Bello, Papa Benedetto XVI, qualche risatina fuori luogo e irriverente da parte di alcuni colleghi di maggioranza alle sue spalle, un ulteriore intervento sul punto 3 all’ordine del giorno riguardante la variazione del bilancio 2014/2016 per chiedere di conoscerne meglio i dettagli, per avere maggiori delucidazioni al fine di votare con consapevolezza e cognizione di causa, le delucidazioni non giunte, l’astensione sul punto, la tensione tra primo cittadino e la consigliera Dell’Orco che ribadisce di voler rimanere in maggioranza sostenendo fermamente Spina, la revoca della delega alle politiche legate alla Biblioteca Comunale pubblicata sull’albo pretorio e poi rimossa.

«Premettendo che non esistono norme, regole, ordinamenti che impongano a un consigliere che chiede lumi su un punto all’ordine del giorno o che si astenga su uno o più punti di passare automaticamente all’opposizione – ci spiega telefonicamente Dell’Orco – ribadisco che ho sposato il progetto politico-culturale di Francesco Spina candidandomi nel 2013 nella lista Cristiano-Democratici per Bisceglie con Spina Sindaco perché ci ho creduto e ci credo ancora. Male ho tollerato però silenzi come risposta alle mie richieste di ascolto, di mobilitazione, risatine e messaggi piccati o addirittura di scherno scambiati dai miei colleghi di maggioranza durante il mio intervento, atteggiamenti di totale incomprensione nei confronti delle mie parole, delle mie richieste: ho un lavoro che impegna gran parte della mia giornata, studiare le carte del consiglio non è sempre possibile o agevole anche perché spesso arrivano a noi consiglieri con ritardo. Io voglio operare con coscienza e con consapevolezza, conoscendo ciò per cui alzo la mano per votare a favore o contro. Quando questi presupposti non esistono, preferisco astenermi. Questo non significa l’automatica avversione verso il progetto di amministrazione della città di Francesco Spina».

«Ho chiesto, a poche ore dall’inizio del consiglio comunale, al sindaco di raggiungermi in Biblioteca. La Biblioteca per la quale mi è stato chiesto, e ho accettato di buon grado anche perché mi ritengo competente in materia, di adoperarmi, per la cui buona gestione ho redatto un elenco di interventi seri da mettere in atto. Gli ho chiesto di venire a constatare di persona punti di forza e punti di debolezza per poter lavorare congiuntamente, ma anche per palesare il lavoro che da mesi sto portando avanti per il bene della Biblioteca. A questa mia richiesta non è giunta alcuna risposta. Il dirigente della Biblioteca, le ragazze che ne garantiscono l’apertura, gli studenti sanno quanto io sia presente e operativa. A questa operatività, che metto in campo a costo zero ma con passione e dedizione, non è stata dedicata alcuna attenzione. Ho spento il cellulare da quando sono entrata in consiglio lunedì pomeriggio perché credo non ci si possa distrarre in un momento così delicato per le sorti della città. Non ho visto fare la stessa cosa da nessuno dei miei coleghi consiglieri che, anzi, e le telecamere lo hanno ripreso, chattano senza sosta durante i lavori. Il consiglio comunale non è un quiz o un varietà da prima serata. Qualcuno, dopo il mio intervento, mi ha chiesto di accendere il cellulare per leggere ciò che mi aveva inviato: non l’ho fatto e, appena l’ho riacceso, al termine della seduta, ho letto e subito cancellato tutti quei messaggi non di solidarietà e di vicinanza, ma forti, pesanti, offensivi. Qualcun altro mi ha mostrato la delega e mi ha detto: “Questa è la tua pagella: sei stata bocciata”. Mi sono sentita ferita».

«Ho citato Zagrebelsky, don Tonino Bello e Benedetto XVI nel mio intervento – sottolinea la consigliera – perché parlano di valori in cui credo fermamente, che hanno caratterizzato il mio corso di studi, che sono la mia stella polare quotidianamente e che dovrebbero muovere il lavoro di chiunque faccia politica a qualsiasi livello: democrazia e pace. “La politica è stare insieme, ma senza uno scopo comune non ha senso stare insieme – dice Zagrebelsky -. L’apatia è nemica della democrazia. Il dispotismo usa la paura e il bastone, la democrazia usa le parole, che sono il mezzo per decidere insieme. La politica è con-vivere. Se invece ci offendiamo per le confutazioni siamo fuori dall’etica della democrazia”, questo, in sintesi afferma il giurista».

Quando le chiediamo cosa abbia intenzione di fare in questo clima di ostilità e di ascolti mancati, Dell’Orco ci risponde: «Non ho intenzione di dimettermi, di passare all’opposizione o di rinunciare alla delega che mi è stata consegnata dal sindaco che conosce la mia preparazione culturale. Il 12 ottobre voterò con convinzione Francesco Spina come presidente della Provincia, ma vorrei che ai tavoli di maggioranza non si parlasse solo di Provincia, ma soprattutto di ciò che occorre mettere in atto per la città, per i cittadini. Non entro nel merito della revoca prima pubblicata sull’albo pretorio e poi rimossa: evidentemente è stato frutto di un errore burocratico o di stress psicologico. Detengo ancora, lo ribadisco, la delega alla valutazione sul sistema bibliotecario e resto in maggioranza».