“C’è sempre un momento, nella storia pubblica di un Paese, di una Regione, di una comunità politica, in cui è necessario fermarsi. Guardarsi allo specchio. Decidere chi si vuole essere davvero. La vicenda della selezione e dell’assunzione della moglie del consigliere regionale Filippo Caracciolo in un ente pubblico regionale non è soltanto una questione tecnica, né solo giudiziaria. È una questione morale, e anche, a tutto tondo, politica”. Parte con queste parole la nota del Partito Democratico che vede tra i firmatati anche i biscegliesi Elisabetta Mastrototaro, Peppo Ruggieri, Bartolo Sasso, Raffaele Storelli e Nicola Di Pierro.
“Le ombre sulla validità del titolo di studio, l’assenza di una reale competizione nel concorso, il ruolo
stesso del consigliere Caracciolo, già coinvolto in un procedimento penale per corruzione – continua – pongono interrogativi gravi sulla gestione delle nomine, sul concetto stesso di meritocrazia, e sull’immagine delle istituzioni, a prescindere dagli eventuali reati che la Magistratura dovesse
accertare. Il Partito Democratico, che per tanti anni ha rappresentato e continua a rappresentare un presidio di valori repubblicani e di legalità, non può voltarsi dall’altra parte. Non lo merita la sua storia, né lo merita la sua base, in particolare nella provincia di Barletta-AndriaTrani. Non lo meritano i suoi tantissimi amministratori locali, che ogni giorno lavorano con rigore e sobrietà nei Comuni e nelle Regioni”.
“Ed è per questo che oggi rivolgiamo un appello non contro, ma dentro e per il bene del PD. Chiediamo che il consigliere Filippo Caracciolo si dimetta dal PD compiendo un atto di rispetto verso l’opinione pubblica e verso la nostra comunità politica. Chiediamo inoltre a Elly Schlein, al segretario regionale Domenico De Santis, al segretario provinciale Lorenzo Marchio Rossi, al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, al nostro parlamentare europeo Antonio Decaro, ai senatori e deputati al Parlamento nazionale, a tutti i dirigenti, militanti e iscritti di rafforzare i meccanismi interni di selezione, trasparenza e vigilanza e, soprattutto di lanciare un messaggio netto: il Partito Democratico è e resta dalla parte dell’etica pubblica”.
“Il silenzio, oggi – conclude la nota congiunta – rischia di essere inteso come assuefazione e l’assuefazione è la prima nemica della democrazia e noi abbiamo deciso di non rimanere in silenzio! Si tratta di salvare una comunità politica, il suo onore e il suo futuro. Per questo rivolgiamo il nostro appello”.