Il vicesegretario cittadino del Pd Gianni Naglieri interviene in maniera ferma e decisa sulla vicenda dell’interdittiva antimafia nei confronti di Camassambiente: “L’interdizione prefettizia scoperchia il vaso di pandora di un’amministrazione, rendendo visibile ciò che è stato per lungo tempo opportunamente celato e tenuto sotto protezione. Grazie ad una complessa quanto ingegnosa architettura puntellata al suo interno da un blocco di figure di vario genere, competenza ed estrazione, che ne hanno garantito la sua solidità ed integrità”.

L’esponente democratico non esita a parlare di “sistema sospetto” frutto di un: “collegamento tra i componenti delle numerose liste civiche e i beneficiari di assunzioni di interinali attraverso il gioco di sponda delle solite società, i vincitori di concorso, gli incarichi legali, le consulenze esterne, i contributi ad associazioni e privati, ai lavori di somma urgenza a trattativa privata agli interessi nelle società partecipate, fino ad assumere una struttura ancora più scandalistica come per appunto è accaduto con gli approfondimenti giornalistici e le pronunce della Corte dei Conti”.

gianni naglieri“Oggi come allora il bisogno che attrae ed alimenta quel sistema è l’esercizio indiscusso e indiscutibile del primato della politica”, prosegue Naglieri che poi aggiunge, “lo strumento migliore è certamente quello di impossessarsi a livello territoriale di un partito”. Il vicesegretario cittadino del Partito Democratico fa poi un riferimento non troppo velato alla vicenda del tesseramento in massa al Pd di Bisceglie avvenuto un anno fa: “Non deve stupire, quindi, il rischio che se un’azienda importante potrebbe avere avuto delle infiltrazioni mafiose, altrettanto potrebbe configurarsi in potenza in un altro ambito, come per appunto in un partito. Nell’ultimo tesseramento un nutrito gruppo di dipendenti di questa società ha tentato molto maldestramente di iscriversi on line. Verosimilmente si potrebbe ipotizzare che anche gli stessi scranni del Consiglio Comunale, occupati da pubblici ufficiali, potrebbero soggiacere al medesimo rischio, visto il particolare connubio esistente con alcuni di essi, interessati direttamente e/o per qualche famigliare assunto”.

Per Naglieri la sua considerazione trova motivazione anche in una dichiarazione comparsa sulla stampa dove: “si afferma dell‘esistenza di clan e di illecite pressioni esercitate”.

Qual è il partito dell’illegalità politica che cita un illustre decano gregario?” domanda l’esponente democratico facendo chiaro riferimento alle dichiarazioni dell’assessore Vincenzo Valente (leggi qui) “Quello degli sgherri che puntualmente picchettano i seggi presidiandoli e che, in alcuni casi, sono passati dal palazzo di città per lavorare prima, durante e dopo con le aziende che svolgevano un pubblico servizio essenziale? O più facilmente chi denuncia e segnala le irregolarità, le trattative private per milioni di euro e l’assenza dei bandi di gara?”.

“Se questo dovesse corrispondere alla realtà vuol dire che non siamo più in mani sicure”, afferma in maniera decisa Naglieri che prosegue evidenziando come: “il vero problema non è la corretta gestione del servizio di igiene urbana, gli orari flessibili, i moduli abitativi o i colori dei mastelli con le dimensioni dei manici, ma quei possibili interessi che generano altri interessi, voti, lavoro e danaro, così perniciosi tra loro da far apparire importante quell’essenziale che non è!”.

“Sempre con riferimento a questo tema”, prosegue ancora il politico di centrosinistra, “sarebbe lecito chiedersi come sia mai possibile che un’amministrazione si accorga solo nel 2017 dell’esistenza di una sacca di evasione storica che comprende circa 5500 nominativi?  Chi ha opportunamente creato questo slalom tra i contribuenti al solo scopo di renderne sconosciuti 5500? Chi potrebbe averne beneficiato da un sistema appositamente creato ad arte diretto a togliere ai fessi quello che non doveva essere tolto ma garantito ai dritti?”.

Naglieri infine conclude così il suo intervento: “Per capire bene questo grande oceano colmo di reflui di ogni genere dovremmo iniziare a porci delle domande diverse scompaginando l’ordine degli addendi. Il problema non sono soltanto le assunzioni dirette e dubbie, ma la preoccupazione che le Istituzioni territoriali democratiche, al pari delle società interdette con disposizione Prefettizia, possano correre, se non epurate per tempo, un rischio di possibile infiltrazione con ambienti di malaffare. Inoltre vi è il rischio che la politica locale, proprio per soddisfare questa condizione, tolleri e divida l’obbligo di contribuzione alla città tra fessi e dritti! Attendiamo le dimissioni?”.