«Nonostante le promesse dell’esecutivo di garantire il necessario sostegno ai lavoratori e alle imprese che devono sostenere il peso di sacrifici importanti, parti del tessuto produttivo nazionale rischiano di essere lasciate irrimediabilmente indietro, come denunciato in diversi settori. Anche per questo abbiamo allestito sotto il Parlamento, un presidio permanente per ascoltare e dare voce alle categorie colpite dall’ultimo Dpcm. Il governo è l’unico responsabile di quello che sta accadendo perché non ha voluto coinvolgere  le opposizioni sin dall’inizio», così il deputato biscegliese di Fratelli d’Italia, Davide Galantino sul Decreto Ristori.

«Un esempio recente, è rappresentato dai distributori automatici, cosiddetti “h24” che distribuiscono bevande e alimenti confezionati, non consentendo la possibilità di “svolgersi nel rispetto dei contenuti di protocolli o linee guida idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio”.

In Puglia e, in particolare, il Comune di Bisceglie, con ordinanza n. 168 dello scorso 28 ottobre ha disposto «l’obbligo di chiusura dalle ore 20,00 fino alle ore 06,00, per tutti i giorni della settimana, di tutte le attività commerciali esercitate H24 mediante la distribuzione automatica di alimenti e bevande in locali appositamente allestiti.

Il settore dei distributori automatici in Italia è tra i primi a livello europeo. In totale sono oltre 800mila in tutta la Penisola le vending machine, installate prevalentemente nell’industria (35%), negli uffici privati (15%), nel commercio (15%), nelle scuole e università (12%) negli uffici pubblici (6%) e nei trasporti (3%): tutti luoghi in cui l’affluenza è stata drasticamente ridotta per effetto dei due DPCM, nonostante gli ingenti investimenti effettuati in sanificazioni e pulizie straordinarie, telecamere, tornelli meccanici al fine di evitare assembramenti.

Per questo ho chiesto al Presidente Giuseppe Conte se non ritenga di dover adottare provvedimenti di sostegno economico anche delle attività produttive chiuse in ottemperanza a decreti del Presidente del Consiglio, seppure con ordinanze comunali e/o regionali».