La Puglia non è solo una terra da ammirare, ma un linguaggio da decifrare. Dai merletti alle luminarie, dai cesti intrecciati alle ceramiche, fino agli intarsi nella pietra, ogni segno racconta appartenenza e memoria collettiva. È da questa visione che nasce il nuovo saggio di Loredana Lafortuna, intitolato “Sotto il segno della Puglia. Tra simboli e design” (edito da Progedit), che sarà presentato stasera 7 ottobre alle ore 19 presso le Vecchie Segherie Mastrototaro.

A dialogare con l’autrice sarà Viviana Peloso, libraia e curatrice di eventi culturali, mentre interverrà anche Luigi Cascella, coordinatore del progetto The Puglieser, partner dell’iniziativa.

Nel volume, Loredana Lafortuna accompagna il lettore in un viaggio attraverso i simboli materiali e immateriali della Puglia, esplorando come questi elementi della tradizione si siano trasformati nel tempo, diventando icone del design contemporaneo e della moda internazionale. Dai ricami alle luminarie, ogni dettaglio assume un valore che va oltre l’estetica, raccontando una nuova idea di Sud, dove la cultura artigianale dialoga con la creatività moderna.

L’autrice si interroga su ciò che questi oggetti rappresentano oggi: una luminaria è solo un ornamento o un segno identitario? Un cesto intrecciato è soltanto un manufatto o un simbolo di resilienza culturale? Attraverso una prospettiva sociosemiotica e antropologica, il saggio propone una riflessione su come la Puglia stia ridefinendo la propria immagine nel mondo, passando da semplice meta turistica a laboratorio creativo e progettuale.

Con uno stile rigoroso ma accessibile, Lafortuna analizza la relazione tra territorio, design e comunicazione visiva, mostrando come la tradizione possa essere reinterpretata senza perderne l’essenza. La Puglia, in questo racconto, diventa una mappa di significati in continua evoluzione, dove il passato dialoga con il futuro e l’identità si trasforma in un linguaggio universale.Loredana Lafortuna presenta “Sotto il segno della Puglia”: un viaggio tra simboli e l’identità si trasforma in un linguaggio universale. (Credit foto: ufficio stampa Vecchie Segherie Mastrototaro)