“Senza eredi” è il titolo del nuovo nuovo libro dello scrittore e filosofo Marcello Veneziani, edito da Marsilio: un viaggio tra maestri veri, presunti e controversi in un’epoca che li cancella. Il volume, che tenta l’impresa temeraria di parlare di maestri in un’epoca che non conosce eredi e non si riconosce erede di niente e di nessuno, è stato presentato a Bisceglie, città natale dell’autore, in un gremitissimo evento organizzato alle Vecchie Segherie Mastrototaro, che anche in questa coda di 2024 non si ferma con la propria ricchissima programmazione culturale, in collaborazione, per l’occasione, con Libri nel Borgo Antico. Veneziani, in dialogo con Ilaria Ficarella, ha cercato di spiegare al pubblico perché oggi si disconoscono i maestri, la loro opera e la loro lezione. Perché si ritiene sempre più spesso che non abbiano più nulla da insegnare, retaggio di un tempo arretrato e considerati superati da quello che lo scrittore chiama provocatoriamente il “tribunale supremo del presente”.
Per reagire a questa amnesia, Veneziani ha messo a punto questa importante raccolta di ritratti di maestri, che segue ai cento profili raccolti nel volume Imperdonabili. Una settantina di ritratti non convenzionali, in vari casi sconvenienti, mossi però dalla volontà comune di sfidare, con il pensiero e con la mente, il proprio tempo. Da Pascal a Kant, da Manzoni a Baudelaire, da Verga a Proust, da Kafka a Buzzati, alcuni grandi autori e altri contemporanei, anzi viventi. Quelle “menti eroiche”, come le chiamava Giambattista Vico, che non lasciano insegnamenti forse perché anche l’idea stessa di educazione è ormai considerata una violenza autoritaria, un’inaccettabile prevaricazione.
Questa tendenza, di recidere, consapevolmente o meno, i legami con il passato e di ignorare il future, non risparmia neanche la politica, dove leader e movimenti si presentano come il nuovo che avanza, effettuano radicali restyling che sono un periodico disfarsi delle eredità per apparire più adeguati al presente. La storia stessa è percepita come un peso insopportabile, il passato qualcosa da rinnegare e di cui liberarsi.