Il secondo romanzo di Erica Mou – «Una cosa per la quale mi odierai», edito da Fandango Libri – è stato proposto da Concita De Gregorio per la prossima edizione del Premio Strega.

Di seguito il testo completo con il quale la giornalista e scrittrice toscana, che con Erica Mou ha lavorato diverse volte, specialmente a teatro, ha motivato la candidatura: «“Una cosa per la quale mi odierai” di Erica Mou ha una voce unica e senza paragoni, nel pur ricchissimo panorama italiano. È una voce antica e nuovissima, arcaica e vergine. Come di una presenza bambina che contenga la sapienza delle origini. È seria senza essere grave, è ironica senza essere irridente, è crudele senza cattiveria, dolce senza compiacenza. Racconta, questo diario di tre vite, il punto in cui la fine e l’inizio si incontrano. Se la vita è un cerchio, come rotonda è ogni cosa perfetta, deve essere allora molto prossimo il varco da cui si entra e quello da cui si esce: due porte che si guardano. Nove mesi è durata la malattia della Madre (“devo dirti una cosa per la quale mi odierai: sto morendo”, è la notizia) nove mesi dura la gravidanza della Ragazza che mette al mondo la Figlia. Non era mai stato aperto prima, quel brutto quaderno dozzinale sul quale la Madre aveva annotato la cronaca del suo finire, in quella cronaca dicendo cose che Ragazza non aveva mai saputo. Si apre, Ragazza lo apre, nel tempo dell’attesa di questa vita nuova: quando sta a sua volta diventando madre di figlia».

«Dieci anni ci sono voluti, prima che fosse il tempo di leggerlo. “Avrei, speravo, ritrovato la sua voce che non ricordo più”. Ma, come sempre, succede quello che non prevedi, non ti aspetti. Succede altro, mentre percorri la fine e l’inizio, l’ansia e la vertigine, la paura e la speranza, la gravidanza e la nausea, la malattia e la nausea. Succede qualcosa che non riguarda le tre protagoniste, riguarda noi che leggiamo. È un romanzo che parla della vita, del suo valore, del suo misterioso nascondersi e del suo improvviso rivelarsi. Erica Mou è una musicista magnifica, è (anche) un’artista della parola e del suono. Canta, questo libro, come una melodia senza tempo», conclude De Gregorio.