La sparatoria della notte del 12 agosto a Bisceglie (leggi qui) fu una vera e propria spedizione punitiva nei confronti del buttafuori 40enne, andriese ma residente a Corato,  che aveva impedito lo spaccio di sostanze stupefacenti in un noto locale del lungomare. Questo quanto emerso nel corso della conferenza stampa svoltasi questa mattina alla Procura della Repubblica di Trani e presieduta dal procuratore Giannella. “A Bisceglie comandiamo noi” questa la frase che avrebbero pronunciato gli aggressori prima di far fuoco, i sospetti sono tutti e quattro  biscegliesi di età compresa tra i 25 e i 31 anni e già noti alle forze dell’ordine per reati ai danni del patrimonio, di persone e per spaccio di sostanze stupefacenti. Secondo le indagini svolte dai Carabinieri di Bisceglie e Trani il buttafuori era già stato conferenza stampa sparatoria notturna internaminacciato in passato per aver impedito lo spaccio di sostanze stupefacenti nel locale. La sera del 12 agosto i quattro sospetti avrebbero avvicinato il buttafuori per poi condurlo in un luogo appartato e sparargli almeno tre colpi d’arma da fuoco all’altezza del torace, le pallottole  hanno raggiunto organi vitali come fegato e intestino. Il bodyguard accortosi del pericolo avrebbe anche provato a difendersi prima di essere sparato e per questo avrebbe anche ricevuto una coltellata sempre all’altezza della zona toracica. La vittima di quello che sembra essere a tutti gli effetti un vero e proprio agguato con l’intento di uccidere è ancora ricoverato in ospedale in prognosi riservata, anche se non è in pericolo di vita le sue condizioni restano molto gravi. Due dei quattro sospetti si sarebbero resi irreperibili per giorni, alla fine però i Carabinieri sono riusciti a rintracciare tutti e quattro i biscegliesi coinvolti nella sparatoria e per due di loro è stata disposta la custodia cautelare mentre per gli altri il fermo.  Il procuratore Giannella ha dichiarato: “Diventa sempre più difficile arginare gli episodi di criminalità legati allo spaccio e alla droga solo con l’intervento delle forze dell’ordine, è necessario promuovere iniziative mirate anche a livello culturale. Questo episodio è gravissimo perché è stato colpito un ragazzo che stava facendo il proprio dovere tenendo lontana la droga dal locale per cui lavora”.