“Ovunque ti giravi vedevi gente che aveva perso i sensi, gente che sanguinava, gente che aveva perso effetti personali, scarpe, cellulare ed addirittura genitori che avevano perso i figli. Davanti a me ho visto un padre di famiglia che aveva ritrovato il figlio casualmente alla stazione di Porta Nuova inginocchiarsi e scoppiare a piangere. Ho avuto paura di morire soprattutto quando sono caduto per il timore di venire schiacciato dalla calca di gente”. Sono le parole, agghiaccianti, che descrivono i drammatici momenti vissuti in piazza San Carlo, a Torino, la sera del 3 giugno, durante la finale di Champions League disputatasi a Cardiff tra Juventus e Real Madrid. Il racconto è di un ragazzo biscegliese, Vito Galantino, che aveva raggiunto il capoluogo piemontese per seguire la partita davanti al maxischermo, nel cuore del tifo bianconero. Quanto è accaduto è noto ormai a tutti: un falso allarme ha creato il panico scatenando un fuggi fuggi generale, nel quale sono rimaste ferite circa 1500 persone.

“E’ successo qualche minuto dopo la terza rete del Real Madrid”, continua Vito Galantino. “Mi trovavo nella parte laterale sinistra del megaschermo. Tutto è nato dal cedimento di una ringhiera di accesso al parcheggio sotterraneo vicino alle telecamere. Personalmente non ho sentito nulla ma ho visto tantissima gente che correva spaventata senza una direzione. I controlli sono iniziati alle 16 ma la gente era già presente qualche ora prima ed aveva portato con sé bibite e bottiglie di vetro, dunque, durante la corsa, dovevi anche evitarle per non tagliarti. Correndo sono inciampato facendomi male al ginocchio e procurandomi un piccolo taglietto alla mano destra. Ho perso anche i miei amici ma, fortunatamente, uno l’ho ritrovato subito e l’altro dopo un’ora. Ci siamo recati in un mezzo all’androne di un portone e, dopo quasi un quarto d’ora, abbiamo visto un’altra ondata di gente correre all’impazzata. A quel punto siamo scappati perché correvamo il rischio di essere schiacciati e ci siamo recati alla stazione di Porta Nuova”. 

“Una esperienza terribile”, racconta Fabio Troilo, giovane avvocato biscegliese in piazza San Carlo, nella quale c’erano diversi nostri concittadini. “Voglio subito dire che 5 ragazzi campani vendevano bottiglie di birra in vetro, nonostante il divieto e nessuno ha controllato né li ha fermati. – Ero al centro della piazza, ad un certo punto ho sentito una specie di scoppiettio ed una ragazza ha gridato ‘E’ una bomba, è una bomba‘. La psicosi generata dai continui attentati ha fatto scatenare il panico tra la gente e, conseguentemente, si è creata un’ondata che mi ha travolto facendomi cadere per terra. Ho perso le scarpe e scalzo ho camminato sui vetri, che erano ovunque, per cercare di salvarmi. Avevo la maglia tutta piena di sangue e sono riuscito a rifugiarmi in un portone. Dopo un po’ è arrivata un’ambulanza che mi ha portato all’ospedale ‘Mauriziano’ e mi hanno applicato 6 punti di sutura al piede sinistro. Sono stato nel locale nosocomio dalle 23.30 sino alle 6.30 e vedevo gente sanguinare. Ho perso tutti i documenti tranne il cellulare ed infatti, per tornare a casa, ho dovuto esibire una denuncia effettuata ieri mattina (domenica 4 giugno). Della partita ricordo poco o nulla, ma in questi casi, lo sport passa in secondo piano. Ho visto la morte in faccia”. 

Foto: Tgcom24