La notizia non riguarda propriamente Bisceglie ma la sua eco andrà certamente i confini della città in cui è accaduto e avrà risvolti politici sicuramente anche su Bisceglie. Il sindaco di Trani, Luigi Nicola Riserbato, è stato arrestato con altre cinque persone dalla Digos per associazione per delinquere finalizzata a commettere più delitti contro la pubblica amministrazione, concussione, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Gli arresti sono stati eseguiti da agenti della Digos della Polizia di Stato che hanno dato esecuzione, all’alba, a un’ordinanza di custodia cautelare, disposta dal gip del Tribunale di Trani.

Gigi Riserbato, eletto nel 2009 consigliere provinciale della Bat con la Puglia prima di tutto, fu eletto sindaco di Trani nel 2012, quando, a guida della coalizione di centrodestra, la spuntò al ballottaggio per 400 voti sul candidato di centrosinistra, l’avvocato Ugo Operamolla.

Tra le accuse che stamani hanno portato all’arresto del sindaco di Trani, ci sarebbe un appalto di oltre due milioni di euro sulla vigilanza degli immobili comunali aggiudicato – secondo l’accusa – in modo illecito alla società palermitana Sicurcenter. Tra i reati contestati anche la concussione per le richieste di assunzioni fatte all’Amiu per consentire ai politici di aver consenso elettorale.
Dagli accertamenti della Digos e del Pm Michele Ruggiero sarebbero emersa l’esistenza di un sistema corruttivo che vedrebbe coinvolti politici, dirigenti e amministratori del Comune di Trani. Questi – secondo l’accusa – avrebbero creato un sistema illecito finalizzato alla turbativa d’asta sull’appalto milionario e un giro di mazzette.

Sono complessivamente sei le persone arrestate su disposizione del gip del Tribunale di Bari Francesco Messina, che ha accolto le richieste del Pm inquirente Michele Ruggiero. Oltre al sindaco di Trani, Luigi Riserbato, è stato posto agli arresti domiciliari Edoardo Savoiardo, funzionario del Comune di Trani. Sono invece finiti in carcere l’ex vicesindaco Giuseppe Di Marzio (Fi), il consigliere comunale Nicola Damascelli (movimento Schittulli), l’ex consigliere Maurizio Musci (Fi) e l’ex amministratore unico dell’Amiu, Antonello Ruggiero. Oltre ai sei arrestati risultano indagate a piede libero altre sette persone.

L’operazione “costituisce una prima e urgente risposta ad un diffuso e insidioso sistema di condizionamenti e interferenze illeciti nella gestione di appalti e, più in generale, della cosa pubblica nel Comune di Trani”. Lo ha detto nel corso della conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Trani, Carlo Maria Capristo, il quale ha definito gli indagati un “comitato politico affaristico che comandava in città”.
Le indagini sono state avviate nel settembre 2013, all’indomani di un incendio doloso ai danni di un capannone industriale di una ditta di infissi della famiglia Damascelli. La polizia appurò l’esistenza di un legame fra il rogo e la procedura di aggiudicazione dell’appalto da oltre due milioni di euro bandito dal Comune di Trani per la vigilanza degli immobili comunali e aggiudicato alla Sicurcenter di Palermo.
Secondo Capristo, il sistema di illegalità ha pervaso “la vita politica della amministrazione cittadina”. Venivano imposte assunzioni – ha spiegato il magistrato – presso società operanti per il Comune in base a logiche clientelari di scambio o asservimento ad una specifica parte politica, dietro la minaccia di ritorsioni; veniva sollecitato il pagamento di tangenti in cambio di aggiudicazioni; la dialettica politica era governata da intimidazioni e ritorsioni, minacce di licenziamenti; le gare dei pubblici appalti erano pilotate. Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione dei cittadini che hanno deciso di denunciare il malaffare politico.

La procura di Trani ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici per quattro dei sette indagati a piede libero nell’inchiesta. Sull’interdizione deciderà il gip dopo gli interrogatori che cominceranno lunedì prossimo. (ANSA).