“Lasciamo il Garibaldi con un piccolo messaggio di Pace perché non si può restare indifferenti anche solo all’ipotesi che scoppi una guerra in Europa e perché soprattutto un Teatro non può restare mai indifferente”. Con queste parole lo staff di sistemaGaribaldi, che fino allo scorso anno si era occupato della gestione del teatro comunale e di tutte le attività collaterali connesse alla stagione teatrale, aveva deciso di salutare la cittadinanza, accompagnando il proprio “congedo” con un messaggio affidato a degli striscioni affissi sulla facciata del Teatro Garibaldi.

Striscioni che, dopo pochissime ore, sono stati rimossi, suscitando la reazione sdegnata del sistemaGaribaldi. “Lo striscione è stato considerato totalmente minaccioso da essere prontamente rimosso. Imbarazzante”, comunicano poco dopo i collaboratori del progetto diretto da Carlo Bruni.

Nel comunicato stampa che annunciava l’iniziativa degli striscioni, lo staff del sistemaGaribaldi scriveva: “Educare viene dal latino ex ducere e differisce dall’istruire perché non ambisce ad impartire ordini, né inculcare idee preconfezionate, ma significa tirar fuori il meglio che abita in noi e questo, dalla sua nascita, fa e deve fare il Teatro. In relazione ai singoli e soprattutto alla Comunità che rappresenta. Dunque, manifestare per la Pace, come faceva Aristofane, è compito del Teatro; come compito del Teatro è lavorare a stretto contatto con la Scuola e farsi Scuola (anzi, sempre per i Greci, il Teatro è la Scuola degli adulti). Non uno spazio d’intrattenimento, non la realizzazione del panem et circenses per farci digerire tutto indifferentemente, non uno strumento al servizio di chi governa, ma uno spazio critico, un’occasione di confronto, scambio, conoscenza. E anche naturalmente di Festa”.

“Noi ci abbiamo provato in questi anni, senza la presunzione di sapere e dunque insegnare, ma com’è proprio della nostra tradizione orale, lo abbiamo fatto per imparare”, proseguiva la nota. “In biscegliese non c’è differenza: t’agghia ‘mbarò e tagghia pèrde, dice il proverbio. S’impara sempre e per noi è stata preziosa questa scuola. Ci spiace lasciare il Garibaldi, per giunta in queste condizioni ma, per quanto sgarbato nel modo, è comune nella nostra storia essere allontanati perché considerati scomodi, inadeguati alle esigenze del consenso. No, non è un addio, anche in questo il Teatro ha una regola: conosce solo l’arrivederci”.