Lo scorso lunedì 6 novembre, mons. Francesco Savino, su invito delle docenti Isabella Fasciano ed Emilia Di Liddo, ha incontrato nell’aula magna della Battisti-Ferraris alcune classi della scuola media biscegliese.

L’intervento del vescovo della diocesi di Cassano all’Ionio è stato l’ultimo appuntamento di un percorso sulla bellezza della vita e dell’ adolescenza intrapreso dalla classe 3P e poi esteso ad ulteriori classi di seconda e terza media. Una adolescenza che può essere intesa, come emerge dall’excursus del vescovo, come un viaggio, fatto di bellezze, amori, amicizie ed esperienze ma anche di incertezze, errori e tentazioni futili. Una fase della vita preparatoria al domani, in cui si gettano le basi fondamentali per la costruzione dell’individuo. Da qui la necessità e la vitalità del rispetto delle leggi, soprattutto quelle della comunità. E’ necessario non rimanere a guardare seduti su una poltrona il corteo snodarsi sotto casa, bisogna essere parte attiva della società, ruotare con essa. Altro ramo del tronco dell’adolescenza sono le emozioni e i sentimenti. In un’età virtuale come la nostra, anche una semplice comunicazione perde la sua naturale efficacia. Artefice di questo danneggiamento alla salute umana è il cellulare che, come riferisce il mons. Savino, “amplifica il narciso che è in noi, impedendo di provare una calda e sincera relazione”. Ultimo tema, questa volta rivolto ai docenti, è quello sull’inclusione. La scuola, molto spesso, diventa il luogo in cui si erigono muri altissimi, rendendo difficili le interazioni e inclusioni. Per questo motivo, asserisce il vescovo bitontino, “i docenti devono essere duri e intransigenti poiché l’esclusione di oggi potrà evolversi in razzismo”.

Sulle splendide quanto mai attuali parole di mons. Francesco Savino si è concluso l’incontro, completato con la siglatura di un patto educativo tra i docenti e i rispettivi alunni, basato, un po’ come il motto ‘700, su tre postulati: legalità, fraternità e giustizia.