Il primo intervento di ablazione con radiofrequenza nella Asl Bat è stato eseguito dai medici e dagli infermieri dell’Ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie. Un grande traguardo frutto di una sinergica collaborazione tra pubblico e privato, che in futuro impedirà lo spostamento dei pazienti con aritmie verso strutture extra-regionali. Quella dell’ablazione è una procedura mininvasiva che richiede l’apporto di cardiologi, rianimatori, anestesisti, radiologi ed infermieri. Il personale dell’unità operativa di cardiologia dell’Ospedale di Bisceglie, il cui responsabile è il dott. Giovanni Deluca, è stato preparato all’esecuzione di questo genere di operazioni da una equipe di tutoraggio sotto la guida del dott. Eduardo Celentano, tra i maggiori esperti delle suddette metodiche. Dopo aver eseguito nel corso degli ultimi mesi diverse procedure di elettrofisiologia di minore complessità, il personale biscegliese è stato in grado di trattare attraverso l’ablazione un caso di fibrillazione atriale

“Se c’è un cortocircuito nella rete elettrica del cuore, non ci si deve più affidare a procedure invasive di un certo spessore”, spiega il dott. Andrea Sinigaglia, direttore sanitario dell’Ospedale di Bisceglie. “Con il supporto di una cardio tac, ed utilizzando un piccolo catetere che entra nei vasi sino ad arrivare al cuore, riusciamo ad avere una immagine tridimensionale dell’organo e a capire esattamente dove bisogna agire”. Si tratta di una procedura intelligente che viene eseguita a paziente sveglio. “Per questo genere di interventi i pazienti dovevano affidarsi a strutture private”, prosegue il dott. Sinigaglia. “Se le persone erano costrette ad uscire fuori regione o a recarsi addirittura al nord, ora siamo invece in grado di effettuare ablazioni per trattare le aritmie (patologie che possono condurre a morte improvvisa se non curate, ndr) direttamente sul nostro territorio”.