Una creazione che racconta di una passione che non si è mai fermata e che continua, nonostante i limiti e le difficoltà, ad andare avanti. Si tratta del presepe realizzato dal biscegliese Giuseppe Quercia, carrozziere di professione con una grande passione per uno dei simboli più caratteristici del Natale, il presepio.

La sua creazione, esposta nelle vetrine dell’ex negozio il “Vetrinone”, di fronte al comando della Polizia Municipale, è stata inaugurata l’8 dicembre e rimarrà visibile al pubblico fino al termine delle feste natalizie. A volere fortemente l’esposizione del presepe è stato il presidente del Rotary di Bisceglie, Pierpaolo Sinigaglia, affascinato dalle numerose esposizioni di presepi, quest’anno la settima, allestite nel tempo dal signor Giuseppe. Così, accettato l’invito, il maestro biscegliese, aiutato da Giampiero Mastrapasqua, ha creato un presepe che in bellezza ha da raccontare ancor di più di una semplice natività. Alto 1 metro e 30 centimetri, ampio circa 20 mq e composto da ben 60 pastori, napoletani e di Pigini, il presepio affianca alla nascita del bambinello Gesù scene di normale vita quotidiana che sembrano ricordare, per certi versi, una piccola Bisceglie di altri tempi in miniatura, vedi il Palazzo Fiore. “La passione per questo hobby, impegnativo per certi versi, nasce”, come racconta lo stesso Giuseppe, “da una Natività in terracotta che mi è stata regalata quindici anni fa. Da quel momento in poi è esplosa una vera e propria passione per la miniatura e per la costruzione.  “Il mio primo presepe”, continua Giuseppe, “era composto da cinque pastori e per creare intorno il giusto scenario decisi di realizzare una grotta utilizzando un semplice cartone di un televisore”. Da quel presepe, datato circa quindi anni fa, la passione, unita alla ricerca continua e all’apprendimento di tecniche diverse, ha portato Giuseppe ad esporre le sue creazioni non solo nell’ambito domestico, ma anche in luoghi pubblici come l’ex mattatoio in via Prussiano, nella vecchia chiesa della Misericordia, fino ad arrivare all’esposizione attuale in una vetrina, come se il presepe fosse uno dei tanti oggetti visti durante le consuete passeggiate natalizie e che vorremmo acquistare e regalare. Una semplice vetrina, però, che si è trasformata anche in nemico, poiché trasferire la composizione di un presepe dietro un vetro comporta alcune difficoltà, soprattutto in termini di prospettive e colori. Da qui la necessità di modificare continuamente l’altezza dei cavalletti che reggono il presepio oppure il luogo in cui collocare un pastore piuttosto che un altro. 

Sebbene complesso, in realtà, il presepe nasconde alcuni elementi a noi familiari, come i materiali, non troppo lontani dal nostro quotidiano. Infatti, nonostante le statue siano in terracotta, quelle napoletane, e in resina, quelle di Pigini, il resto, come case, pareti e pavimento, è frutto dell’abile lavorazione di oggetti “consueti” di Giuseppe Quercia. “Il polistirolo o il polistirene”, spiega Giuseppe, “può essere utilizzato per le pareti o il pavimento. Per creare la vegetazione, invece, si può ricorrere o alle normali piante selvatiche che troviamo per strada, oppure ricavarla dai pennelli e da alcuni utensili di uso quotidiano”. Un lavoro vicino, per i materiali, ma allo stesso tempo lontano, poiché l’impegno e la precisione richiesta per questo lavoro non è certo alla portata di tutti.

L’appello di Giuseppe, infine, è quello di valorizzare questo tipo di artigianato, anche attraverso la costituzione di una associazione di categoria, e soprattutto che ci sia più supporto e spinta, come accaduto per l’edizione di quest’anno, da parte di enti e a consorzi cittadini per permettere a questa “arte” di svilupparsi ancor di più.