Immaginate due amici di infanzia che, in occasione di un evento culturale dedicato ai libri e promosso in città, si ritrovano dopo molti anni a discutere di filosofia. Hanno entrambi alle spalle storie diverse e percorsi diversi, ma la filosofia li ha aiutati crescere e a sviluppare una passione comune per il pensiero. Una passione che in entrambi rifiuta di rinchiudersi nel linguaggio astratto della disciplina accademica, ma che desidera piuttosto aprirsi alla condivisione, al dialogo concreto con la città, con ragazzi più giovani, con altri coetanei, con gli uomini e le donne che abitano la vita di tutti i giorni. Il proposito diviene adesso esperienza concreta; allora entrambi decidono di annunciarne la realizzazione in queste righe. I due amici siamo noi: Dario Gurashi e Matteo Losapio; la rubrica che qui presentiamo si intitola Interno metafisico.

Il nome richiama un insieme di opere del pittore italiano Giorgio de Chirico. Non si tratta di un solo dipinto, ma di una serie di quadri, caratterizzati tutti dall’inquadratura che il pittore sceglie di utilizzare. Ciascuna tela ritrae un paesaggio urbano catturato dalle finestre di una stanza, appunto da un interno. L’originalità dell’inquadratura risalta proprio da questo interno, costellato di oggetti al contempo strani e quotidiani. Ritroviamo altri dipinti, forme geometriche, selvaggi ghirigori, atmosfere misteriose, biscotti di pasta frolla, fabbriche fumanti. Giorgio de Chirico chiama il tutto “metafisica”, per indicare quella “costruzione” umana attraverso cui guardiamo la realtà che ci circonda. L’interno siamo noi; e siamo ancora noi gli esseri metafisici perché osserviamo la realtà con le nostre piccole o grandi costruzioni concettuali. Anche questa rubrica vorrebbe proporsi come un punto di osservazione, un’inquadratura rivolta a mettere a fuoco tematiche riguardanti la nostra città, problemi che ci appaiono sempre più complessi e avviluppati.

Interno metafisico vuole essere, per così dire, un armamentario concettuale, al quale attingere per spiegare la realtà, per inquadrarla e descriverla con gli “attrezzi del pensiero”, con le idee e le parole dei pensatori che ci hanno preceduto. Non vuole presentarsi come un blog, bensì piuttosto come uno spazio di osservazione, finalizzato a esplorare la realtà in cui siamo immersi, a partire dall’interno metafisico di noi stessi in costante dialogo con la città. Se guardiamo alla storia della filosofia, rileviamo spesso come il legame che unisce i filosofi alla città non sia mai stato tranquillo e pacifico.

Basti pensare ad alcuni celebri episodi del passato: la tormentata vicenda del processo di Socrate o i frequenti viaggi di Platone nella Magna Grecia per diffondere un modello di costituzione ideale nella Siracusa del tiranno Dionisio. Nel corso della storia, dunque, c’è sempre stato un rapporto controverso tra i filosofi e la comunità cittadina. Ma oggi, forse, ci troviamo in una fase di cambiamento, in cui questo legame può essere riallacciato in un senso nuovo e propositivo, aperto alla costituzione di un dialogo proficuo. Nel mare di numerose ambiguità, nel chiasso di notizie non verificate, nella profusione di conoscenze poco approfondite, sentiamo il bisogno riscoprire e rivendicare in questo dialogo un pensiero capace di prendersi i suoi tempi, motivato dall’interesse per la città, che sappia inoltre allargare le prospettive di riflessione e gettare le basi per un discorso critico e autonomo. Questo e molto altro vorrebbe essere Interno metafisico; in sintesi una meditazione sulla città e per la città.

Ringraziamo sin da ora la redazione di Bisceglie 24 per aver accolto la nostra proposta, per aver condiviso questo progetto e per averci dato uno spazio dove costruire pensiero. Buona riflessione!