C’è anche Bisceglie tra le tantissime città italiane che hanno deciso di abbracciare la campagna promossa da “L’Onda di Chico“, movimento spontaneo nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda giudiziaria che ha coinvolto Enrico “Chico” Forti, l’italiano detenuto negli Stati Uniti da oltre 20 anni e condannato all’ergastolo con l’accusa di omicidio.

Negli scorsi giorni sono comparsi dei cartelloni nei pressi della rotatoria di via San Martino, rotatoria che collega via Corso Giuseppe Garibaldi a via Ruvo, ed infine tra via Luigi Papagni e via Ariosto; tutte a sostegno del 61enne trentino, su cui compaiano le scritte “Giustizia per Chico Forti” seguito dall’hashtag #londadichico.

Il 15 febbraio del 1998 Chico Forti viene accusato dell’omicio di Dale Pike, trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach a Miami. Nel 2000 Forti viene condannato all’ergastolo senza la possibilità di “rilascio sulla parola”. Attualmente sta scontando la pena al Dade Correctional Institution di Florida City, vicino Miami. Chico Forti dichiara di essere vittima di un errore giudiziario per un processo che ha presentato tante incongruità e lacune che hanno destato non pochi sospetti tra gli addetti ai lavori e l’opinione pubblica. Un forte impulso alla causa di Chico Forti ed alla possibilità di vederlo un giorno libero è giunto anche grazie al lavoro della redazione de “Le Iene” programma di Italia1 con Gaston Zama in costante contatto con Chico.

Un percorso lungo e pieno di insidie, quello dei legali di Chico Forti, sorretti dai suoi parenti e amici, giornalisti e cittadini che stanno percorrendo insieme. Nelle scorse settimane il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha sentito in videoconferenza l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Armando Varricchio, per un aggiornamento sulla situazione. Di Maio, secondo quanto si apprende, avrebbe fatto il punto sulle azioni che le nostre istituzioni stanno portando avanti in favore di Chico Forti. Una importante dimostrazione di interesse dunque, che segue le forti parole pronunciate poche settimane fa dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. “Lavoriamo per riportarlo in Italia, magari da uomo libero”.