Il presidente nazionale Legambiente Stefano Ciafani con Alessandro Di Gregorio

Di ritorno dalla XIX assemblea dei circoli Legambiente tenutosi a Rispescia (Grosseto) il presidente del circolo biscegliese di Legambiente Alessandro Di Gregorio fa il punto sui temi toccati a livello nazionale per poi, piccato e schietto, affrontare situazioni locali.

“Nel corso dei lavori dell’assemblea nazionale sono stati presi in esame temi quali ‘agricoltura-etica-ambiente’, ‘vivere la natura’, ‘ambiente e salute’, ma quello che mi ha visto coinvolto in prima persona è stato quello relativo all’‘economia circolare e all’azione associativa’“, ci spiega Di Gregorio, “L’economia circolare nel nostro Paese è già realtà, ma per farla decollare serve rimuovere gli ostacoli ancora presenti e realizzare digestori anaerobici per la produzione di biometano per il trattamento dell’organico. Occorre anche potenziare gli acquisti verdi e la partecipazione attiva dei cittadini alle scelte in ambito ambientale”.

A Bisceglie non vedo grande mobilità, grande dinamismo sul fronte ambientale“, sottolinea Di Gregorio affacciandosi sulle questioni di casa nostra, “Leggo solo comunicati stampa che raccontano la chiusura di due buche su via Crosta. Non c’è coinvolgimento. Nel corso dell’ultima edizione di Puliamo il mondo di Legambiente a Bisceglie, che ha avuto una eco incredibile, un giornalista mi ha chiesto se la città fosse pulita. Gli ho risposto di no e che il problema dei rifiuti a Bisceglie non costituisce più un problema, ma una vera emergenza e l’emergenza si affronta aprendo un tavolo permanente. Idea che ho già suggerito al sindaco e al vice sindaco”.

“E’ importante coinvolgere tutte le associazioni ambientaliste operanti sul territorio che dispongono di tecnici, esperti in materia di tutela e salvaguardia”, evidenzia il presidente Legambiente Bisceglie, “Qualcuno ha tentato settimane fa di organizzare una riunione tecnica convocando le associazioni, ma in modo assolutamente illegittimo e farlocco. Sono d’accordo con l’istituzione di una Consulta per l’ambiente (anzi, siamo stati i primi a chiederne l’istituzione), ma deve seguire l’iter legale, giuridico, amministrativo serio e non nascere dalla sera alla mattina in modo opinabile”. 

Su alcune polemiche sui social Di Gregorio precisa: “Dover investire, per non dire perdere tempo con consiglieri comunali che ironizzano su Facebook, con istituzioni silenti o poco incisive è sfibrante. E sulla questione dei due alberelli di via Aldo Moro la verità nessuno la saprà mai, è veramente un mistero, una brutta pagina. E poi occorre intervenire su tutti gli alberi morenti o già morti della città. Non solo sul singolo caso. Legambiente e i suoi tecnici sono a disposizione di quest’amministrazione per fare sopralluoghi prima di intervenire, valutando caso per caso e suggerendo risoluzioni al problema. Non è una soluzione tagliare e basta”.

E poi: “Ambiente 2.0…, per piacere, puoi spiegare in termini di quantità e di qualità a che punto siamo con la raccolta differenziata? Quali iniziative hai messo in atto per spiegare, illustrare, risolvere? I mastelli che fine hanno fatto? Perché non si usano più?”, chiede Di Gregorio. E ancora: “Dal Comune aspettiamo ancora di conoscere a che punto sia la questione relativa all’evasione della Tari e al rilevamento e alle sanzioni riguardanti l’abbandono dei rifiuti“.

Ho letto anche di nuovi cestini gettacarte installati in città. Mi chiedo se siano davvero questi gli interventi per contrastare l’emergenza rifiuti in città“, s’interroga Di Gregorio, “Spesso questi cestini sono più un problema che la soluzione dato che alcuni cittadini li scambiano per i vecchi bidoni presenti in città. La soluzione è educare, spiegare, sensibilizzare. Come Legambiente, ribadisco, do la piena disponibilità agli amministratori per intervenire nel migliore dei modi: abbiamo risorse, capacità, idee, persone per poterlo fare. L’amministrazione non può assumere? Bene, provvede la nostra associazione a farlo con regolari ritenute d’acconto. Siamo una onlus, realizziamo un progetto assieme, non per intascare contributi (nemmeno potremmo farlo), ma per risolvere le emergenze”.