Gravi danni sono stati provocati sulle campagne biscegliesi (e di tutta la regione) dalle gelate dello scorso febbraio, quando una massa di aria gelida si è abbattuta sugli ulivi del territorio provocando spaccatura della corteccia, disseccamento delle piante allo stadio giovanile, gemme bruciate dal gelo e caduta copiosa delle foglie. Il dott. Salvatore Camposeo, professore associato di Arboricoltura generale e Coltivazioni arboree dell’Università di Bari, spiega che le zone più colpite da questo fenomeno così drammatico sono state proprio quelle più vicine alla costa, tra cui anche la nostra città di Bisceglie.

Che tipo di gelata è stata quella che si è verificata nel febbraio di quest’anno ?

È stata una gelata avvettiva, non di tipo radiativa. Quindi è arrivata all’improvviso una massa di area fredda dal nord-ovest che ha investito prevalentemente la zona costiera. È stata una gelata tardiva, anche se é arrivata a fine febbraio, perché l’ulivo si era già risvegliato. Perciò i danni sono stati ingenti, anche se bisognerà aspettare che tutte le gemme si siano schiuse per valutarne la reale entità. Gli scortecciamenti già ci danno delle indicazioni, ma prima di intervenire con la potatura straordinaria di ringiovanimento bisogna attendere.

Quali sono state le zone più colpite ?

Le zone più esposte, come quelle costiere, dove l’ulivo era già partito prima. Non solo la specie era “più sveglia”, ma è proprio dal mare che è arrivata l’aria fredda. Bisceglie, come altre città sulla costa, è stata colpita in maniera molto dura. La gelata è arrivata dopo un anno di carica, quindi alcuni agricoltori a febbraio stavano ancora raccogliendo. E se le olive sono sull’albero questo non può addormentarsi. Ma la carica c’è perché non si gestisce l’alternanza: o non lo si sa fare o non lo si vuole fare.

Gi agricoltori potevano adottare determinate procedure per limitare i danni ?

Le gelate tardive hanno un periodo di ritorno di dieci o quindici anni, quindi non si possono prevedere. Sono tante le varianti che determinano la gravità e la tipologia del danno, anche da confinante a confinante o da albero ad albero: la gestione del suolo, la gestione della concimazione, epoca di raccolta, la potatura e la varietà. La varietà coratina, ad esempio, è molto più sensibile di quella ogliarola. Per giunta la coratina è di “media vigoria”, quindi tende a partire prima. Al momento delle gelate quel tipo di cultivar era già sveglia, a differenza della “cima di Bitonto”, che invece è un’ogliarola. Naturalmente potatura e concimatura vanno eseguite con i tempi giusti. Gli organi dell’albero hanno una diversa specificità al freddo: le radici sono quelli più sensibili alle gelate, quelli più resistenti sono invece i rami. Le parti lignificate dell’ulivo resistono anche a -16 gradi. Se ci sono i germogli, invece, li perdiamo. I danni vanno dalla filloptosi fino allo scortecciamento del tronco, che determina la perdita dell’albero.

Adesso invece è possibile intervenire in qualche modo ?

Ora non si può fare più niente. Entro ventiquattr’ore era ancora possibile effettuare un trattamento con rame, per non fare entrare i batteri come lo pseudomonas e per far cicatrizzare le ferite. Già dopo trenta ore dalla gelata non sarebbe servito più a nulla. Bisogna proseguire con le normali pratiche culturali, come un piano di concimazione adeguato al livello produttivo atteso. Se il danno è grave bisogna necessariamente intervenire con l’azoto, quindi potatura straordinaria di ringiovanimento.

Al di là della inevitabile riduzione nella produzione che ci sarà per il 2018, ci potranno essere ripercussioni anche nei prossimi anni ?

Più sono importanti i danni, più saranno compromesse le produzioni da qui ai prossimi quattro anni. La defogliazione in uno o due anni si recupera, ma le branchette fruttifere ci vogliono tre anni per riformarle. Quindi l’albero produce di meno (o non produce) sino a quando queste non si riformano.

La qualità dell’olio potrà essere influenzata dai danni agli alberi ?

Assolutamente no. La componente aromatica nell’oliva si forma nelle ultime fasi di maturazione, quindi parliamo di ottobre. Se a ottobre ci saranno gelate potremmo avere problemi, ma avere gelate così precoci è alquanto improbabile. A Ruvo sono segnalate gelate precoci a dicembre, perciò Bisceglie da questo punto di vista può stare tranquilla.