Riceviamo in redazione e volentieri pubblichiamo la lettera di Lorenzo Sciascia, docente trentottenne biscegliese, che ha vissuto l’odissea del Covid e che tiene, con la sua missiva, a ringraziare chi lo ha aiutato a rinascere e a lanciare un messaggio di speranza.

“La mia storia con un compagno di viaggio indesiderato è iniziata il 10 marzo, quando dopo una lieve febbricola ho effettuato il tampone ed ho scoperto la positività al Covid-19. Momenti di panico, smarrimento, ma con una lieve sintomatologia che lasciava ben sperare.

Ed invece, dopo un paio di giorni, il buio. Febbre sempre più alta per una settimana, difficoltà respiratorie sempre più importanti, fino alla decisione, sabato 20 marzo di recarmi presso il pronto soccorso del nostro ospedale di Bisceglie per ricevere le cure necessarie. 

Fino al Venerdì Santo, 2 aprile. Giorno della passione di Gesù. Gesù muore x dare la vita a noi. Per chi è credente non ci sono le coincidenze. C’è solo la provvidenza ed il disegno di Dio su ciascuno di noi. Lui solo sa. 

Anche io ho vissuto la mia ‘passione’ per 13 giorni, giorni difficili dove il buio e la paura erano compagni quotidiani di vita. Non è stato facile. Ho toccato il fondo, nella solitudine più totale. Unici compagni di strada: gli angeli bianchi tutti uguali (sì angeli perché non hanno fatto mai mancare attenzioni, premura, affetto, gentilezza… e la loro professionalità… non saprei riconoscere neanche uno di loro) e l’affetto della famiglia, degli amici, dei colleghi, dei parenti… di tantissime persone che in ogni modo mi hanno fatto sentire amato. Ed in quei momenti era fondamentale. A tutti ed a ciascuno Grazie. 

Un ringraziamento particolare al direttore sanitario dell’ospedale di Bisceglie, il dott. Andrea Sinigaglia e al primario del reparto di radiologia il dott. Andrea Dell’Olio che con discrezione e sensibilità hanno seguito l’evolversi della mia situazione

Ho lottato… con poche forze. Ho visto attorno a me nonni non farcela, le notti erano come il giorno, nelle mie orecchie ancora il suono dei campanelli ed il rumore delle macchine per l’ossigeno

Ieri finalmente sono tornato a casa. La vita ha vinto. Come per Gesù, il passaggio sulla croce è temporaneo. 

Torno a casa Negativo (parola che non mi è mai piaciuta ma che in questo momento è la più bella del mondo) e con la consapevolezza che in questo momento storico è importante rispettare le regole, essere responsabili per tutelare la vita dei nostri cari.

Il Signore ha vinto la morte. La croce e collocazione provvisoria. Auguri di Pasqua affinché sia vera resurrezione. Grazie”.