Che i bambini si divertano con lo sport, apprendendo con esso valori come l’amicizia, l’unità e il rispetto, è fatto risaputo. Che lo facciano, a Bisceglie, con il rugby, sport con una tradizione poco radicata, è una piacevole novità. Grazie ai Bees Rugby, la squadra di giovanissimi che fa capo all’Asd Draghi Bat, la cui prima squadra milita nel girone 2 di Serie C, gli alunni del III circolo didattico “San Giovanni Bosco” hanno potuto provare i benefici fisici e sociali della pratica sportiva, confrontandosi con una nuova realtà con la curiosità di chi la osserva coi propri occhi per la prima volta.

Il tutto grazie al progetto intitolato “A scuola con i Draghi Bat: non sono un bullo… sono un rugbysta”, coordinato a livello scolastico dall’insegnante Annamaria Bruni e a livello sportivo dai ragazzi della squadra della sesta provincia, con la collaborazione gratuita della Farmacia Di Gennaro e il patrocinio dell’amministrazione comunale.

Tutte le realtà coinvolte hanno voluto incontrare famiglie e cittadini all’interno dell’auditorium del plesso “San Giovanni Bosco” in via Amando Vescovo, nel pomeriggio di lunedì 6 novembre: un modo anche per ringraziare i piccoli partecipanti e per invitare a questo tipo di collaborazione le altre scuole biscegliesi, con le quali sono già stati avviati contatti per iniziative simili, come dichiarato qualche settimana fa proprio a B24 dal presidente Antonio Pedone (clicca qui per leggere l’articolo dedicato alla nascita dei Bees).

Sono intervenuti, come relatori, la dirigente scolastica Maura Iannelli, i collaboratori dei Bees nonché arbitri di rugby Annamaria Giangregorio e Sabino Marsico, il vicesindaco Vittorio Fata, il il dottor Claudio Di Gennaro, il dirigente dei Draghi Edmondo Valente e il presidente della Federugby pugliese Grazio Menga. Tra il pubblico, erano presenti gli assessori Rachele Barra (sport e politiche giovanili) e Vincenzo Valente (sviluppo economico e bilancio), e gli stessi Antonio Pedone e Annamaria Bruni.

Dopo i saluti e i ringraziamenti della professoressa Iannelli, l’incontro è subito entrato nel vivo con il riepilogo delle attività progettuali, affidato ad Annamaria Giangregorio: “In estrema sintesi – ha dichiarato nella sua introduzione, durante la quale ha mostrato il video che potete vedere cliccando in alto – il nostro progetto si occupava da un lato di prevenire (e in alcuni casi affrontare) le situazioni di disagio che possono crearsi nell’ambiente scolastico, dall’altro di sensibilizzare i bambini dai 6 ai 10 anni sulla necessità di intraprendere un percorso di corretta alimentazione ed evitare l’insorgere di problemi di salute come l’obesità o il diabete anche in età giovanile”.

Da sinistra: Maura Iannelli, Claudio Di Gennaro, Edmondo Valente e Grazio Menga

“Siamo stati in tutte le classi, dalle prime alle quinte – ha proseguito la Giangregorio – trascorrendo tre ore con ciascun gruppo di bambini: un’ora è stata dedicata a presentarci e a presentare lo sport che pratichiamo, attraverso dei giochi che spiegassero i concetti cardine del rugby come la meta, il sostegno, il terzo tempo. Le altre due ore sono state impiegate in palestra, con esercizi di base con e senza pallone, sempre mirati a superare il concetto di individualità per abbracciare quello di squadra, divertendosi e condividendo il momento. Abbiamo inoltre approfittato della presenza di Sean Headley, insegnante neozelandese che gioca nei Draghi, per divertirci un po’ anche con la lingua inglese.

La parola è poi passata a Sabino Marsico, che ha chiuso la parte “sportiva” del convegno con una promessa: “Per noi questo progetto è stato un grande successo, aldilà che i bambini vengano o no a giocare nella nostra squadra: in ogni caso garantiamo che la collaborazione con l’istituto continuerà anche oltre queste settimane passate assieme. Siamo pronti ad accogliere anche casi difficili, come bambini con particolari difficoltà relazionali, perché il rugby è di tutti e insegna a vivere insieme.

Molto soddisfatto Vittorio Fata, che ha preso la parola poco prima degli ultimi interventi, dovendo lasciare l’incontro per concomitanti attività istituzionali: “La presenza mia e di due assessori a quest’incontro mostra quanto l’amministrazione comunale tenga a questo tipo di progetti – ha dichiarato il primo cittadino pro tempore – Lo sport può aiutare i nostri figli a perfezionare l’educazione che ricevono un famiglia e a scuola: con esso i bambini imparano il rispetto per le regole, per gli altri e anche per se stessi, imparando a onorare questi importanti valori anche quando diventeranno grandi.

“Molto apprezzabile – ha poi concluso Fata – il collegamento non solo al discorso dell’alimentazione sana, ma anche a quello della lotta al bullismo, piaga sociale di questi tempi. Voglio ringraziare, per l’impegno che ci hanno messo, i Draghi Bat e la scuola San Giovanni Bosco: sappiamo tutti che il mestiere più difficile, dopo la mamma, è proprio l’insegnante, e questi progetti dimostrano l’importanza di questo ruolo nella costruzione del cittadino di domani. Spero, infine, che altre associazioni sportive prendano esempio da questo progetto per crearne di propri, e far progredire ancora di più la cultura dello sport e della vita sana a Bisceglie”.

Chiusa la parte dedicata strettamente ai Bees, il microfono è passato al dottor Di Gennaro, che in un lungo e interessante intervento ha mostrato quanto uno stile di vita corretto possa influire positivamente sulla vita anche dei più giovani: “Sono due i pilastri dello star bene – ha detto nella sua introduzione – Il primo è uno stile di vita in cui l’attività fisica e il riposo siano superiori alla sedentarietà e alla connettività che ci blocca davanti a pc e telefono per troppe ore durante il giorno. Il secondo è quello della corretta alimentazione, che non è definita dalla quantità del cibo che si assume, ma dalla qualità dello stesso”.

“Non esiste una sola regola per alimentarsi – ha poi spiegato Di Gennaro – ogni persona ha necessità differenti, a seconda dell’età, delle attività quotidiane svolte, della sua struttura fisica. In buona sostanza, come per il discorso del cibo, non è il numero che vediamo sulla bilancia a determinare l’essere sani, ma la qualità del peso stesso: un uomo di 100 kg può stare meglio di uno di 70 se, in seguito ad un’attenta analisi della composizione corporea, risulta avere un equilibrio migliore tra massa magra, massa ossea, acqua corporea e massa grassa, quest’ultima temuta più del dovuto”.

Dopo essersi soffermato su obesità e diabete, i due maggiori rischi che corre chi non vive la propria vita secondo uno stile di vita salutare, Di Gennaro ha concluso il suo intervento ricordando che Non si vince una gara grazie all’alimentazione, ma se ci si alimenta male si perde sempre.

A conclusione del convegno, dopo i ringraziamenti a insegnanti, collaboratori e amministrazione per conto della dirigenza dei Draghi da parte di Edmondo Valente, c’è stato tempo anche per una notizia che farà sicuramente piacere agli appassionati pugliesi della palla ovale: il presidente Fir Puglia Grazio Menga, dopo aver fatto i complimenti alle realtà coinvolte per la buona riuscita del progetto, ha annunciato che per la prima volta nella storia il rugby internazionale sbarcherà in Puglia, più precisamente a Bari: il capoluogo pugliese ospiterà infatti il match conclusivo del Sei Nazioni Under 20 tra Italia e Scozia, che si affronteranno al termine dell’estenuante torneo continentale il prossimo 16 marzo.

Si ringraziano, per il video, l’Asd Rugby Bat e i Bees Rugby Bisceglie, il III circolo didattico e la Farmacia Di Gennaro.