“Casella, usando una dialettica particolarmente folkloristica, ha affermato ‘dobbiamo prendere per cravattino le associazioni di categoria e farle venire qua al consiglio comunale’ rimarcando la nostra assenza e indicandoci come coloro che sono distolti dal ruolo di difesa degli interessi di categoria e colpevolmente assenti. Sempre nel suo colorito discorso, citando più volte ‘la presa per cravattino’, ha sottolineato come le stesse associazioni ‘sanno dove devono andare per risolvere i problemi’. Essendo presi da questioni che quotidianamente ci impegnano, a nostro parere, a servizio dei nostri associati agricoltori, eravamo fortemente indecisi se ‘perdere il tempo’ a rispondere a provocazioni di basso livello. Casella, soggetto dalla conclamata esperienza e conoscenza del settore, farebbe bene ad inviarci delle pubbliche scuse”.

Comincia così la replica di Confagricoltura, Cia e Fedagri Confcooperative all’intervento del consigliere comunale di opposizione Gianni Casella nel consiglio comunale del 2 dicembre scorso, incentrato sull’agricoltura, in cui l’esponente della Dc puntò più volte il dito contro i sindacati accusandoli di essere assenti dall’assise comunale (leggi qui).

“Tirati per ‘cravattino’ proviamo a dire la nostra sulla sicurezza in agricoltura”, continua la nota delle associazioni di categoria. “Si tratta di una norma nazionale in vigore dal 2008 che interessa un profilo delicatissimo quale la salute dei lavoratori. Solo per memoria si evidenzia ai lettori che l’agricoltura è fra i settori che esprimono il maggior numero di infortuni sul lavoro che in Puglia, fra il 2008 ed il 2013, si sono sempre assestati su un numero superiore a 3.000 per anno. Quando, poi, gli infortuni sul lavoro diventano fenomeni luttuosi, come è avvenuto a luglio scorso in agro di Andria, allora si corre tutti a puntare il dito contro le aziende che non tutelano la salute dei lavoratori e che non adempiono alle disposizioni legislative”.

“Con queste premesse ci si è impegnati, con moltissimo lavoro, a che le aziende fossero adeguate al rispetto della normativa che prevede fra le altre cose la frequenza a specifici corsi, l’adozione di strumenti di protezione e la vigilanza sanitaria ai dipendenti”, scrivono i rappresentanti di Confagricoltura, Cia e Fedagri Confcooperative. “La norma, onestamente concepita per settori non particolari come quello agricolo, contiene dei passaggi applicativi assolutamente da migliorare. Solo per memoria del consigliere Casella vogliamo ricordare che, con l’apporto sostanziale delle vituperate associazioni di categoria, il 27 marzo 2013 è stato pubblicato il decreto interministeriale riguardante la ‘Semplificazione in materia di informazione, formazione e sorveglianza sanitaria dei lavoratori stagionali del settore agricolo’ che sostanzialmente è intervenuto per migliorare l’applicabilità della normativa nel settore agricolo”.

“Questo decreto interministeriale si sta prestando ancora oggi ad alcune interpretazioni applicative da parte degli organi di controllo”, si legge ancora nella nota. “In questo contesto stiamo continuamente interloquendo con gli organi di controllo e le organizzazioni di Bisceglie, attraverso interlocutori (Giacomo Patruno, Sergio Curci, Vincenzo Patruno, Francesco Contò, Gianni Porcelli) che interagiscono anche a livello nazionale, sono giornalmente impegnate nel tentare di migliorare ulteriormente l’applicazione della norma soprattutto per le piccole aziende agricole”.

Quanto all’assenza dal consiglio comunale, Confagricoltura, Cia e Fedagri Confcooperative precisano: “Molto semplicemente non siamo stati invitati e nessuno ha pensato di chiamarci in causa, anche all’ultimo secondo, non fosse altro per ascoltare anche il nostro parere”. Non mancano, nella posizione della associazioni di categoria, perplessità sull’andamento della seduta del consiglio comunale. “Ci è onestamente apparsa abbastanza singolare la metodologia di svolgimento. Il presidente del consiglio, dopo pochissimo tempo dall’inizio del consiglio, si è sentito in dovere, in perfetta linearità con le funzioni allo stesso devolute e con le procedure di svolgimento di un consiglio comunale, di chiamare in causa fantomatici agricoltori perché gridassero con frasi e gesti coloriti (sui quali avremo modo di tornare su altri livelli) la loro avversione su una norma nazionale e su alcuni nostri comportamenti. Peccato che i chiamati in causa non avevano la possibilità di replicare”.

“Rimane il piccolissimo dubbio su come siano stati cadenzati gli interventi e perché il Presidente del Consiglio non si sia sentito in dovere di chiamare in causa, anche nel mentre, le associazioni di categoria di cui si professava l’assenza. Tutto questo appare molto coerente con i contenuti del deliberato del consiglio comunale di cui apprezziamo ogni passaggio e che sembra essere stato redatto da mani competenti”, si legge nelle battute finali del comunicato stampa, in cui gli esponenti di Confagricoltura, Cia e Fedagri Confcooperative si rivolgono direttamente a Casella: “Caro Dottor Casella a noi è difficile prenderci per cravattino, poiché non lo usiamo quasi mai in quanto modesti agricoltori, ogni tanto e mal volentieri prestati a qualche scomoda scrivania”.