I festeggiamenti per i 30 anni del Comitato Progetto Uomo sono ormai alle spalle, così come la presenza in concerto del cantante Povia. Mimmo Quatela però riprende il discorso legato alle polemiche avvenute nei giorni che hanno preceduto l’evento precisando alcuni concetti.
“Aggiungere qualcosa a quanto pubblicato su alcuni giornali locali on-line e sui social – esordisce – dopo l’esibizione del cantautore Giuseppe Pòvia, ci sembra superfluo. L’indiscutibile successo della manifestazione, con un migliaio di persone, e l’alto gradimento da parte dei presenti e del pubblico del web ci ha confortato, dopo aver trascorso giorni in cui tutto sembrava compromesso. La nostra festa organizzata con tanta fatica e sacrificio personale era stata avvolta dall’incendio che si era propagato anche su testate giornalistiche regionali e, perfino, nazionali, che hanno oscurato il bene realizzato in trent’anni di attività dalla nostra associazione. Spiace che ad appiccare quell’incendio, di volontà propria o meno – prosegue – sia stata l’Amministrazione cittadina attribuendo marchi infamanti a chi la pensa diversamente dal pensiero unico. Per grazia di Dio e del sacrificio di quanti ci hanno preceduto, il senso della democrazia e della libertà di opinione, obtorto collo, ha retto”.
“Certo, non tutti hanno condiviso e condividono i valori e le idee da cui sgorga l‘opera del Comitato Progetto Uomo (ci mancherebbe! Noi riteniamo che ognuno sia libero di esprimere i propri convincimenti e di operare di conseguenza) ma i fatti parlano da se: ciò che è bene e utile rimane tale indipendentemente da chi lo opera. Quindi un grande grazie, alle amministrazioni comunali che si sono avvicendate in questi trent’anni, alle altre diverse istituzioni, alle associazioni, alle attività commerciali, ai concittadini che vi hanno partecipato. Purtroppo quello che è successo ha messo in secondo piano un impegno che volevamo evidenziare essere stato comune”.
“In ogni caso, senza alcuna volontà di polemizzare, per amore di verità – prosegue – vogliamo puntualizzare alcuni aspetti che ci riguardano”:
1. prima di tutto la trasparenza della nostra associazione: da quando essa è stata fondata, i principi costitutivi, le finalità culturali e sociali perseguite e le modalità operative sono stati cristallini. Non ci siamo mai nascosti, sin dal primo momento abbiamo fatto sapere chi siamo, cosa pensiamo e come operiamo: trasparenza che ci è riconosciuta da tutti.
2. A quanti ci siamo avvicinati abbiamo chiesto di condividere le nostre opere e non le nostre idee, con la speranza che la bontà delle une potesse suscitare una qualche riflessione sulle altre.
3. Al nostro medagliere associativo e a quello di alcuni nostri amici va aggiunta la partecipazione a diverse edizioni del Family Day.
4. La scelta di Povia, da parte nostra, è stata immediata: cantautore di canzoni a sfondo sociale dove si parla di radici familiari, di legame territoriale, di ancoraggio alla storia meridionale, di tutela dei bambini, di libertà, di storie di persone, di appartenenza al Centro Storico piuttosto che alla destra o alla sinistra, di disgusto per la guerra come soluzione dei conflitti internazionali, di rispetto di ogni vita umana, delle proprie radici cristiane (certo, chi è senza peccato, scagli la prima pietra). Non abbiamo un altro artista che parli di queste cose che ci stanno totalmente a cuore e che costituiscono l’identità personale di molti di noi. Tra l’altro è una persona di origini biscegliesi, la cui presenza poteva essere una occasione ghiotta per promuovere ulteriormente la nostra città, senza costi aggiuntivi.
5. Per realizzare la manifestazione, ovviamente abbiamo seguito tutte le procedure burocratiche, per le quali, in modo egregio e impeccabile, ci siamo avvalsi di una agenzia di sicurezza sul lavoro.
6.<Fondamentalisti ultraconservatori (cattolici? n.d.r.)> <criminalizzazione delle donne che scelgono l’aborto (assurdo. Per noi le donne sono vittime, come i bambini)> ed altre espressioni similari non ci riguardano.