Prosegue il braccio di ferro tra i sindacati Cgil, Slc e Cisl e il call center Acta srl di Bisceglie. Dopo la denuncia della Cgil circa presunte irregolarità nelle procedure di licenziamento di 20 lavoratori, di cui 19 donne, la discussione sul futuro di azienda e dipendenti è giunta sul tavolo della task force regionale per l’occupazione presieduta da Leo Caroli. A detta della Cgil però l’azienda biscegliese avrebbe: “deciso di disertare l’incontro”, nonostante l’assenza però “il tavolo si è tutt’altro che chiuso e la task force ha deciso di riaggiornarsi”.

La Cgil ha spiegato di voler contestare: “innanzitutto l’atteggiamento di arroganza di questa azienda che non risponde alle nostre richieste di incontro e poi invece di presentarsi alla task force, che si è riunita proprio per affrontare la vertenza che riguarda i propri lavoratori, si sottrae al confronto”. Vincenzo Montrone, segretario generale Slc Bat e Peppino Deleonardis, segretario generale Cgil Bat hanno poi aggiunto: “Non solo non vengono rispettate le procedure di licenziamento collettivo previste dalla normativa (ai sensi della legge 223) ma apprendiamo anche in questa sede che la società in questione è in liquidazione senza alcuna preliminare comunicazione ai sindacati”.

Montrone e De Leonardis chiedendo un parere sulla vicenda ai committenti dell’azienda biscegliese: “tutto ciò ci sembra che avvenga in deroga a qualsiasi norma. A questo punto, visto che Acta chiude le porte in faccia al confronto sindacale ci piacerebbe sapere cosa ne pensa Call2Net, il network nazionale di cui l’azienda biscegliese fa parte (che ha commesse fino al 2019), ma anche la stessa committenza, ovvero l’Enel”.

I sindacati chiudono quindi il loro intervento con un messaggio chiaro: “Non ci rassegniamo all’idea che venti giovani lavoratori dal primo gennaio restino a casa e per questo siamo pronti ad intraprendere tutte le iniziative sindacali necessarie per salvaguardare occupazione e dignità degli addetti”,