La morsa del caro energia non dà tregua e con gli annunciati rincari rischia di soffocare definitivamente le attività commerciali in vista di un autunno e di un inverno che si prospettano particolarmente difficoltosi. È il caso del bar biscegliese “Dolce Passione” in via Calace, costretto ad abbassare la saracinesca dopo dodici anni di attività e cospicui investimenti personali da parte dei titolari.

“Nella nostra attività abbiamo investito circa 50.000 euro del nostro patrimonio personale in questi anni”, spiega la titolare (insieme al marito) Giulia Guglielmi in una intervista rilasciata all’emittente televisiva locale Amica9. “Dopo aver ricevuto a marzo una bolletta per l’elettricità di 1800 euro, ci hanno staccato la corrente. Arrivavamo già da un periodo con debiti pregressi a causa delle restrizioni e delle chiusure imposte dalla pandemia. Il numero di avventori si è ridotto, perché lo stile di vita delle persone è cambiato. E oggi non riusciamo a far fronte agli aumenti oggi causati dal costo delle materie prime e dell’energia. L’unica persona che ci è venuta incontro in questo periodo è stato il proprietario del locale, che ci ha sospeso amichevolmente il pagamento del canone per diverso tempo”. 

Trentasette anni, madre di famiglia, nell’ultimo periodo Giulia ha cercato altre mansioni e lavori per poter salvare il suo piccolo tesoretto frutto di mille sacrifici. In questi mesi di necessità, la volontà non è mancata, ma la situazione sul mercato del lavoro si è rivelata altrettanto scarsa di possibilità. “Noi siamo una famiglia monoreddito. Io e il papà dei miei figli portavamo avanti la famiglia grazie a questa attività. Da domani non sarà più possibile farlo. Abbiamo cercato altre opportunità lavorative, ma a quanto pare non siamo più nell’età ottimale per ottenere un contratto di lavoro”, spiega la titolare del bar. 

Raggiunta dalla nostra redazione, Giulia Guglielmi ha inoltre raccontato come le difficoltà economiche dell’ultimo periodo abbiano compromesso molto di quanto costruito nel corso di tanti anni di dedizione e impegno. “Allo stato attuale ci abbiamo rimesso tutto nel senso più ampio del termine. Tutto ciò che avevamo, inclusa la casa acquistata con tanti sacrifici, poiché non siamo stati tutelati in alcun modo dagli organi di governo nazionale”, accusa Giulia. “A partire dalle agevolazioni fiscali, ad esempio, o dalla sospensione del pagamento delle rate dei mutui, che è durata decisamente meno del tempo necessario. Il periodo d’emergenza non termina con uno schiocco di dita, tant’è che questo periodo doveva rappresentare il momento di ripresa e invece sono arrivati i rincari”.

“Infine, prima di prendere la decisione di chiudere il bar, cosa che avverrà presumibilmente tra oggi e domani, abbiamo cercato un lavoro per mio marito, che si è trovato anche lui davanti ad un mercato che non ti considera se hai più di trent’anni”, ci spiega Giulia.“Cosa deve fare un proprietario di Partita Iva che si trova a chiudere la propria attività senza aver diritto ad alcun indennizzo? Quali sono le soluzioni per queste persone, che hanno ancora voglia di lavorare?”.