I dati sono oltre la soglia di guardia ma riguardano un tratto di costa, denominato “500 metri sud dalla fogna cittadina”, poco frequentato e da anni interdetto alla balneazione. Parliamo della cosiddetta “Alga Tossica” (il nome scientifico è Ostreopsis Ovata), argomento che torna d’attualità ciclicamente in questo periodo e che, come al solito, fa molto discutere e crea un discreto allarmismo.

Partiamo dall’inizio. L’alga tossica è un microrganismo invisibile a occhio nudo si sviluppa in fondali rocciosi, in particolari condizioni meteomarine: acque calme e calde ed il contemporaneo permanere per diversi giorni di condizioni di scarso idrodinamismo in prossimità della costa. L’Ostreopsis Ovata produce una tossina (la Palitossina e i suoi simili) che, se inalata in quantità massicce, può provocare malesseri passeggeri, come riniti, laringiti, bronchiti, congiuntiviti e febbre. L’eventuale pericolo, quindi, sussiste non nel fare il bagno ma nell’inalazione della tossina in condizioni di vento forte e mareggiate, che favoriscono quindi l’effetto aerosol. Altro modo per essere contagiati dall’alga tossica potrebbe essere l’ingestione massiccia di ricci e molluschi asportati da una zona ove la fioritura dell’alga è molto elevata, molto più rispetto ai dati che riguardano la nostra città.

Detto questo, veniamo alle analisi effettuate dall’Arpa, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, che ogni anno monitora la situazione lungo la costa pugliese. Come detto, i campionamenti sono stati effettuati in un tratto all’estremo sud di Bisceglie soggetto a divieto di balneazione poiché vicino agli scarichi fognari. Assodato che tuttavia il pericolo di contagio dell’alga tossica non deriva in ogni caso dalla balneazione ma dall’inalazione, il pezzo di costa in questione, al confine con la città di Molfetta, è peraltro frequentato molto di rado dai bagnanti a causa della scarsissima accessibilità.

Ecco i numeri. Nella seconda quindicina di luglio, il punto a 500 metri a sud dalla fogna cittadina è risultato avere una presenza “molto abbondante” di Ostreopsis Ovata, con 317.728 cellule per litro nelle acque di fondo e 23.520 di cellule litro nelle acque di colonna (clicca sul link per consultare la Tabella_Ostreopsis_Aggiornamento_seconda Luglio 2016 dell’Arpa). Nelle linee guida del Ministero della Salute è precisato che “l’esperienza pregressa ha evidenziato che quando si sono verificati i casi di malessere Ostreopsis Ovata era presente nella colonna d’acqua a concentrazioni superiori a 10mila su litro nella colonna d’acqua”.

Va altresì detto che i parametri sono decisamente inferiori ad altri tratti della costa pugliese, come per esempio “Hotel Riva del Sole” a Molfetta e “200 metri sud Lido Lucciola” a Bari, che presentano rispettivamente 6.807.120 e 4.226.284 di cellule per litro nelle acque di fondo. Inoltre, va precisato che Bisceglie (sempre a 500 metri sud dalla fogna cittadina), nel 2014, fece registrare dati ben più alti nella seconda quindicina di giugno (6.318.531 di cellule per litro nelle acque di fondo e 398.140 di cellule litro nelle acque di colonna) e nella prima quindicina di luglio (6.156.045 di cellule per litro e 41.120 nelle acque di colonna).

L’allarmismo che si sta diffondendo a Bisceglie in queste ore, quindi, è da ridimensionare. Questo non vuol dire che i rischi di eventuali malesseri siano da escludere totalmente. Per questo, volendo essere prudenti, meglio evitare di stazionare o passeggiare nel tratto in questione in concomitanza di mareggiate.