Nelle ultime settimane le bacheche Facebook e i gruppi social dei cittadini biscegliesi sono state invase da una ondata di segnalazioni fotografiche riguardanti l’abbandono indiscriminato di rifiuti. Le zone più colpite sono ancora una volta quelle dell’agro, che già da diversi anni sono state prescelte da alcuni incivili come luogo deputato al conferimento illegale di sacchetti di immondizia. Già nel 2004, infatti, il WWF cittadino, allora guidato dal biologo Mauro Sasso, aveva sondato il territorio individuando nelle campagne biscegliesi circa una sessantina di cumuli abusivi di rifiuti. Una situazione che è drammaticamente peggiorata nell’ultimo periodo, come lo stesso Sasso ci ha spiegato. “Se prima i siti erano una sessantina, ora è realistico pensare siano diventati circa un centinaio”, ha dichiarato l’ambientalista. “I punti che risultavano tredici anni fa sono ancora lì, e oggi non facciamo altro che aumentare il volume di quei rifiuti. Adesso però è molto più difficile intervenire per pulire, perché il fenomeno è localizzato in un’area molto più vasta. Questo comporta quindi un costo maggiore, perché bisogna assumere persone che provvedano alla rimozione dei singoli sacchetti. È però una situazione che non può essere ignorata. È un dovere del sindaco pulire, anche su terreno privato”.

Un “sicuro deterrente” al fenomeno, secondo Sasso, è un sistema sanzionatorio che punisca in maniera esemplare chi viene meno alle leggi ambientali. Il biologo sostiene, infatti, la necessità di andare oltre i 500 euro di multa recentemente stabiliti dal Comune con una apposita ordinanza. “La multa per chi abbandona il sacchetto dei rifiuti per strada è generalmente di 600 euro”, ha spiegato l’ex presidente del WWF biscegliese, “in accordo con il testo unico ambientale della Regione che prevede una sanzione massima fino a 3000 euro”. La vera urgenza è però quella di un controllo costante del territorio. “La vigilanza è come se non esistesse a Bisceglie”, ha continuato Sasso. “Io personalmente non credo nella vigilanza delle guardie ambientali. C’è bisogno di una sorveglianza da parte della polizia locale. Sorveglianza pubblica e multe severissime. Ma è necessario anche un dialogo con le associazioni e con i cittadini. Anche io sono un sostenitore della raccolta differenziata spinta, ma questa va preparata. Non si possono eliminare improvvisamente i bidoni”.

L’ambientalista biscegliese ha riservato parole molto dure anche nei confronti delle politiche ambientali messe in atto dalla provincia negli ultimi anni. “Nel 2015 fu annunciato da Bottaro, Spina e Cascella il servizio integrato di raccolta rifiuti tra Bisceglie, Trani e Barletta. I miei dubbi su quel progetto si sono rivelati fondati”, ha dichiarato Sasso. “Il progetto dell’accorpamento dei tre servizi e di tutti i mezzi, parallelamente all’ottimizzazione del personale, era infatti basato su di un piano economico che non prevedeva il minimo intoppo, dato che si partiva dal presupposto che tutto avrebbe funzionato perfettamente nelle città coinvolte. Non era nemmeno indicato, inoltre, un luogo deputato allo smaltimento di questi rifiuti, dato che la provincia non ha impianti di compostaggio e nel 2014 la città bocciò la proposta di costruirne uno a Bisceglie. Era un piano che poteva esistere solo sulla carta, e infatti prevedeva il raggiungimento della soglia minima del 60% di differenziata a fine 2016”.

Anche il sistema di raccolta differenziata recentemente introdotto nella nostra città è stato oggetto di critiche da parte di Sasso. “I mastelli secondo me sono stati una scelta sbagliata. La situazione doveva essere valutata a seconda dei quartieri. Quando in estate si riempiranno le ville ci saranno così tanti punti di raccolta dei mastelli che la situazione risulterà ingestibile”. Il quadro descritto dal biologo biscegliese è infine particolarmente deludente. “Nel complesso c’è stato un fallimento totale delle politiche ambientali”, ha ribadito con determinazione Sasso. “Si è perso il treno dell’Area Marina Protetta e si sono spesi 250mila euro sulla pista ciclabile di Ripalta che oggi versa in condizioni disastrose. Per non parlare della gestione del verde pubblico. E adesso ci stiamo avvicinando al disastro ambientale con la questione dei rifiuti. Io non riesco a prefigurarmi un futuro sostenibile per questa città. Quello che sta succedendo a Lecce, dove si sta difendendo con forza ogni singolo ulivo, è inimmaginabile da noi”.

Ecco una fotogallery del monitoraggio effettuato da Mauro Sasso:

Di seguito una carrellata di foto gentilmente concesse da Giuseppe Cappelletti: